«Coop Primiero, dieci anni di scelte autodistruttive»
Le vicissitudini, non ancora concluse, della sede di viale Piave sono ripercorse da Flavio Taufer in un documento dissacrante distribuito negli esercizi pubblici
PRIMIERO. Sta circolando in questi giorni un lungo documento redatto dal combattivo Flavio Taufer, ex consigliere della Comunità di Valle di Primiero, riguardante le annose e complicate vicende della Famiglia cooperativa di Primiero. Il titolo è tutto un programma: «Mandala della coopdistruzione». Il “mandala”, che di solito sono cerchi colorati che si colorano partendo dal centro e procedendo verso l’esterno, è una sorta di ricerca che parte dal 2009 sulla questione del famoso complesso immobiliare di viale Piave, l’attuale sede della Famiglia cooperativa di Primiero, ma non solo, in quanto comprendente tutta una serie di locali ed appartamenti per il momento completamente non utilizzati e, si potrebbe dire, in deperimento.
Si tratta di un documento distribuito - e a disposizione dei clienti - negli esercizi pubblici del Primiero; per facilitare la sua diffusione Flavio Taufer ha tradotto il tutto in un foglio “A4” scritto fittamente nelle due facciate e che tradotto in testo web comporta ben 5.423 parole e quindi 35.484 caratteri. Naturalmente è stato scritto, come altri precedenti documenti a cui ci ha abituati, con il solito spirito brillante, grintoso, ironico e dissacrante. Un mandala come «spirale delle forze indemoniate - scrive Flavio Taufer in una sorta di introduzione - dei deliri d’onnipotenza, degli eccessi di potere, della speculazione ad oltranza, dello sfregio al territorio, delle balordaggini, dell’apologia di sordidi compromessi e di compromessi mai raggiunti, dell’ostinazione, della mancanza di buon senso… parentopoli e amicopoli, supine accettazioni, ombre e cospirazioni dietro le quinte… ma la cooperazione non è un’altra cosa?!”».
Come si diceva, il documento parte dal 2009 e cioè quando la “Primiero sviluppo” società privata fra Famiglia cooperativa ed altri soggetti cooperativi «acquista, strapagandola, l’area “Lauder” in viale Piave – scrive Flavio Taufer – di proprietà della società Acil di Buzzati & Co (Supermercati veneti Kanguro), pagata, nel 1988, 300 milioni di vecchie lire (circa 150.000 euro) agli eredi Scalet; nel 2009 la “Primiero sviluppo” la acquista da Buzzati per una somma – le voci sono controverse – che va da 2 a 3 milioni di euro (dai 4 ai 5,5 miliardi di vecchie lire). Nella compravendita si fa strada un “sindaco – facilitatore”… Non si sa se l’operazione – scrive ancora Taufer - fu frutto di terrore della concorrenza, delirio di onnipotenza, timore di perdere potere, incapacità imprenditoriale… e non è chiaro chi ha trattato ...».
Quanto sopra, è l’incipit del “mandala” e quindi l’inizio che rappresenta “la madre di tutto quanto succede dopo” e che come una spirale incontrollata e incontrollabile ha portato alle sentenze di Tar e Consiglio di Stato che hanno annullato tutte le licenze edilizie e commerciale rilasciate dall’allora sindaco di Transacqua, Marino Simoni e le conseguenti vicissitudini, compresa la chiusura del punto vendita della Famiglia cooperativa, che si sono concluse – provvisoriamente perché pendono ancora ricorsi al Tar – con la riapertura nell’agosto scorso del supermercato di viale Piave.
Il tutto nel documento di Flavio Taufer è descritto e commentato in tutte le sue parti e per tutti i suoi quasi 10 anni di eventi. (r.b.)