Agritur Rincher, il lupo colpisce
Roncegno, tre pecore sgozzate e due non ancora trovate: probabilmente sono state mangiate
RONCEGNO. Tre pecore sgozzate e due non ancora trovate, probabilmente mangiate. Il lupo torna a far paura in Bassa Valsugana, questa volta sulle montagne di Roncegno. Nella notte tra domenica e lunedì il predatore ha "fatto visita" all'Agritur Rincher, in località Prese. L'azienda agricola e ricettiva, gestita da Diego Zottele e dalla sua famiglia, è molto conosciuta e in questo periodo anche molto frequentata. A quota 1.700 l'agritur, poco più sotto la stalla.
A raccontarci come è andata è proprio Diego. «Dopo l'agritur, per andare in località Gotati, abbiamo un recinto con sette pecore di razza tingola appartenenti a mio papà Dario e a mia sorella Moira». Un recinto alto due metri con la gabbia metallica (le "ramae"), come quelli che si utilizzano per i pollai. Ieri mattina l'amara sorpresa. Il recinto era stato sfondato, con la rete metallica caduta all'interno dello stesso. Dentro tre pecore morte sgozzate, evidenti i segni dell'attacco alla giugulare. La pecora più anziana del gregge è riuscita a salvarsi, arrivando fino alla stalla. Salvo anche il montone che è riuscito a scappare. Ieri pomeriggio si stavano cercando le ultime due. «Non abbiamo grandi speranze, probabilmente sono state mangiate. Dispiace, dispiace tanto perché questi animali li abbiamo visti nascere e crescere, non doveva finire così» spiega Diego. Che con la famiglia alleva anche capre e mucche, ora in malga. Ci sono poi alcuni cavalli che in questo periodo stanno pascolando nei prati in località Pozze. «Tante persone che vengono da noi vogliono vedere le capre, le pecore ed i cavalli, che sono liberi qua attorno, ed acquistare il formaggio. Ora dovrò portare e tenere gli animali in stalla» precisa.
Quando l'abbiamo chiamato stava aspettando l'arrivo degli uomini della Stazione Forestale di Borgo, per avere la conferma dell'autore della predazione. È stato eseguito il tampone sulle carcasse dei tre animali, ma il modus operandi non lascia molti dubbi al fatto che a fare ciò sia stato il lupo. Nemmeno Diego ne ha. «L'azienda agricola di famiglia risale al 1860, abbiamo trovato documenti risalenti a quegli anni. Da 27 anni siamo qua all'Agritur e non è mai successo nulla, mai una cosa del genere» spiega e, alla domanda se non potessero essere stati dei cani, sorride amaro:«Se fosse colpa dei cani sarebbe successo prima, invece in quasi 30 anni non c'è stato nessun attacco di cane. Quest'anno è arrivato il lupo ed ora iniziano ad essere diversi i casi di attacchi sulle nostre montagne».
Attacchi che mettono paura, per l'attività turistica e quella agricola. «In questo periodo c'è molto movimento, tante persone che girano per le cime ed i sentieri. Quest'anno poi non si vedono pecore pascolare sulla montagna come negli scorsi anni. La fobia del lupo è alta e qualcuno le ha vendute» conclude.