Acquisti online per 5 mila euro con carte clonate: denunciato minorenne
Il giovane spendeva parte dei soldi in aste sulla rete: si era anche aggiudicato un cellulare da mille euro
BORGO VALSUGANA. E’ stata nominata FreePay l’indagine lampo messa a segno dai carabinieri di Levico Terme e diretta dalla Procura dei Minori di Trento, nell’ambito di acquisti e-commerce con carte di credito clonate.
L’attività investigativa, partita a seguito di varie denunce di addebiti fraudolenti su carte di credito, che avrebbe visto coinvolti, quali vittime, anche i rispettivi istituti di credito, ha portato subito sulla pista giusta gli investigatori agli ordini del comandante della Compagnia Carabinieri di Borgo Valsugana.
Indagini telematiche, pedinamenti, appostamenti, interventi mirati compiuti in flagranza di reato, riconoscimenti fotografici e sequestri di refurtiva: questi gli elementi cardine alla base dell’indagine compiuta dai carabinieri della cittadina termale che, a conclusione di una complessa ma rapida attività investigativa, hanno individuato e denunciato il presunto responsabile.
Si tratta di un minorenne che, in circa 3 settimane, ha imperversato in rete effettuando acquisti online di ogni tipo di merce (abbigliamento, ricariche telefoniche, materiale informatico, accessori d’abbigliamento, smartphone, accessori di telefonia etc..). Materiale che pagava servendosi del circuito PayPal attraverso aleatorie identità, con carte di credito clonate.
Un business denunciato di oltre 5.000 euro, molti dei quali sperperati su vari siti di aste online, con i quali il malvivente traeva ottimi profitti riuscendo ad accaparrarsi telefoni cellulari del valore di oltre mille euro con poche decine di euro, per poi essere rivenduti sul mercato nero ad ignari acquirenti. Accertamenti ardui che non consentivano facilmente di risalire all'identità del responsabile ma che, come ogni illecita attività condotta in un lasso di tempo stimabile, ha lasciato emergere errori indiziari che hanno ben ricompensato la tenacia dei carabinieri.
La merce acquistata veniva consegnata dai corrieri in diversi esercizi pubblici di Levico Terme, Caldonazzo e Pergine Valsugana, poi recuperata personalmente dal malvivente, previo accordi sotto falsa identità. La certezza che lo stoccaggio della refurtiva fosse a Levico Terme, ha portato i militari dell’Arma locale a concentrarsi con pedinamenti ed appostamenti che hanno fatto emergere, in un’abitazione del centro cittadino, l’esistenza deposito del malaffare, dove veniva stoccata la merce di provenienza illecita in attesa di essere venduta a terze persone.
Sarebbero stati diversi i canali per piazzare la refurtiva sul mercato nero: merce proposta “per vendita diretta” a stranieri, ma anche “acquistata” e consegnata “su commissione” spesso fuori zona. In attesa che le indagini dei carabinieri di Levico Terme facciano piena luce sul riciclaggio delle merce, l'attività dei militari levicensi e dei rispettivi marescialli coordinatori delle fasi investigative ha posto fine all’illecita condotta che andava avanti da oltre un mese.
La svolta investigativa qualche sera fa, quando i carabinieri durante un servizio d’appostamento, notavano il sospettato utilizzare un telefono cellulare del valore di oltre mille euro. Gli immediati accertamenti ed il timore di essere stato scoperto lo hanno obbligato a collaborare nelle indagini, favorendo agli investigatori tutti i luoghi, compresa la propria abitazione, in cui la merce frodata giaceva in attesa di essere rivenduta. Rinvenuti e sequestrati quindi beni materiali del valore di oltre 2.500 euro. Nelle mani dei carabinieri anche i codici delle carte di credito utilizzate per gli acquisti fraudolenti.