Abuso a Villa Salomoni «Ora Secco si dimetta»
Primiero. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che conferma la demolizione dell’ultimo piano il consigliere Simion va all’attacco del progettista, attuale vicesindaco e assessore all’urbanistica
Primiero. La sentenza del Consiglio di Stato sulla vicenda dell’abuso edilizio riguardante il “Condominio Dolomia”, meglio conosciuto come “ex Villa Salomoni”, che dando ragione alla precedente sentenza del Tar di Trento conferma l’ingiunzione da parte della Provincia del 2006 alla demolizione dell’ultimo piano del condominio per difformità urbanistiche, ha già avuto un primo effetto importante: la richiesta di dimissioni del vice sindaco e assessore all’urbanistica del Comune di Primiero San Martino di Castrozza, Paolo Secco, progettista del complesso edilizio. La richiesta parte dal consigliere di minoranza del Comune, Paolo Simion, che più volte con mozioni ed interrogazioni era tornato sulla questione.
Una vicenda complicata
La vicenda a dire il vero è molto complicata, anche perché il suo inizio risale al 2004, quando l’allora sindaco di Transacqua, Marino Simoni – lo stesso che è fra i protagonisti della vicenda che riguarda la Famiglia Cooperativa di Primiero che si vide annullate dal Tar tutte le licenze edilizie e commerciali rilasciate dallo stesso sindaco – rilasciò, non senza contrasti in consiglio comunale, la concessione edilizia riguardante il lotto della vecchia Villa Salomoni. La minoranza in consiglio comunale nel 2006 segnalò agli uffici urbanistici della Provincia diverse difformità edilizie nella costruzione del complesso edilizio; la Provincia dopo diverse perizie tecniche accertò le difformità, con la conseguente ingiunzione di demolizione di tutto quanto difforme e cioè il garage per 5 metri e la parte dell’edificio che eccede l’altezza massima prevista del regolamento urbanistico dell’allora Comune di Transacqua e cioè ben 2,80 metri, in pratica tutto l’ultimo piano del complesso edilizio.
Le due impugnazioni
Il provvedimento venne impugnato davanti al Tar di Trento con due distinti ricorsi, nel 2007, il primo proposto dal progettista ingegner Paolo Secco contro la Provincia e con “interventum ad adiuvandum” dell’allora Comune di Transacqua, sindaco Marino Simoni. Per quanto riguarda il secondo ricorso, venne proposto dalla Dolmen Costruzioni srl (costruttrice del complesso edilizio) contro la Provincia e nei confronti del Comune di Transacqua, con interventum ad adiuvandum dello stesso ingegner Secco. Il Tar di Trento nel marzo 2008 respinse i due ricorsi, ritenendo valida l’ingiunzione di demolizione della Provincia.
Una sentenza attesa
Le parti soccombenti, e cioè l’ingegner Paolo Secco e Dolmen Costruzioni, impugnarono la sentenza davanti il Consiglio di Stato nel novembre 2008. Sono passati più di 10 anni e si era in attesa della sentenza del Consiglio di Stato, sollecitata da più parti e fra cui una interrogazione del consigliere provinciale 5 Stelle Filippo Degasperi: «La situazione paradossale è che nel frattempo - scrive Degasperi - a seguito della fusione dei Comuni dell’Alto Primiero, al Comune di Transacqua è succeduto il Comune di Primiero San Martino di Castrozza, il cui vice sindaco in carica (con delega per la materia urbanistica) è quello stesso ingegner Paolo Secco a cui viene imputato l’abuso, in solido con la Dolmen Costruzioni». Ecco perché il consigliere comunale di minoranza Paolo Simion chiede le dimissioni del vice sindaco già dal prossimo consiglio comunale. «Sarà il vice sindaco Secco, nella sua qualità di assessore all’urbanistica – si chiede Simion – ad ordinare l’abbattimento delle opere difformi da lui progettate? O sarà invece il sindaco, a ripristinare la legalità?».
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