«Vallo tomo tra incuria e degrado: soldi mal spesi» 

La protesta del comitato daVicoloaVicolo. Due anni fa la realizzazione dell’opera a Mori 80 mila euro investiti per inserirla nel paesaggio. «Ora olivi, meli e fichi soffocati da erbacce»


MATTEO CASSOL


Mori. Il comitato daVicoloaVicolo di Mori è tornato a far sentire la propria voce (o meglio, a far leggere le proprie parole) denunciando una situazione a proprio dire di degrado e di incuria del vallo-tomo parallelo a via Teatro, per contrastare – pacificamente e con argomentazioni tecniche – la realizzazione del quale il gruppo principalmente composto da residenti dell’area coinvolta dall’opera di difesa era nato.

«Sono ormai passati due anni – argomentano dal comitato – dalla costruzione del vallo-tomo di Mori e uno dall’inserimento del verde progettato del noto paesaggistica architetto Paolo Pejrone su incarico della Provincia autonoma di Trento (per un valore di 15.225 euro) e la piantumazione a cura della Job’s Coop (per un valore di 65.575 euro) per un totale di spese 80.800 euro. Soldi dei contribuenti trentini buttati al vento!» Perché? «La promessa del sindaco e della Giunta comunale di Mori era la realizzazione di un ambiente che più rispecchiasse i terrazzamenti eliminati con la costruzione dell’opera e la creazione di un giardino che richiamasse la macchia mediterranea. Nulla di tutto ciò è stato mantenuto. Ora ci troviamo di fronte solo a incuria, degrado e soprattutto spreco di 80.800 euro che va ribadito sono soldi di tutti i cittadini trentini. Alberi di olivo, mele cotogne, amarene, fichi e cipressi soffocati da piante infestanti. Erbacce alte che mortificano un luogo già altamente degradato con la costruzione del sovradimensionato vallo-tomo. Chi è il responsabile per la manutenzione? Ancora una volta ci troviamo di fronte a un rimpallo tra Comune di Mori e Provincia. Il luogo tanto caro a molti moriani e prima molto curato dai privati – concludono dal comitato daVicoloaVicolo – è per l’ennesima volta violentato e abbandonato a sé stesso».













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