«Sto a Los Angeles ma il mio cinema è italiano»
Il regista Andrea Pallaoro, reduce dal film “Hannah” con Charlotte Rampling, si racconta
ROVERETO . Un piccolo successo di pubblico per l’incontro all’auditorium Melotti col regista Andrea Pallaoro, nato a Trento ma da anni in America. Il giovane cineasta ha parlato dei suoi lavori passati, di “Hannah”, il film che ha portato a Venezia la scorsa estate e che è valso la Coppa Volpi alla protagonista Charlotte Rampling. Pallaoro, trentino classe ’82, è emigrato negli Stati Uniti al quarto anno di superiori. Si è laureato in cinema all’Hampshire College, Massachusetts, e specializzato in regia al California Institute of Arts. «Sono passato da una costa all’altra, perché attratto dall’estrema liberta della California e in particolare di Los Angeles, dove oggi vivo» - ha spiegato. «La mia, più che una scelta dettata dall’inseguire i grandi set, è stata voglia di vivere un’esperienza». Una libertà che è anche fulcro del suo lavoro e del suo sguardo cinematografico: «Per me fare cinema non è intrattenere o cercare un consenso, ma esprimere me stesso e i miei personaggi con il mio linguaggio. «Sono affascinato dall’idea di poter dar voce a figure incomprese e incapaci di comunicare, personaggi che forse risultano antipatici, ma che io difenderò sempre fino allo stremo, perché piccole parti di me». Dalla coppia disfunzionale madre-figlio del suo corto di tesi “Wunderkammer”, alla famiglia di “Medeas”, fino all’emarginata “Hannah”, le sue opere partono da fatti di cronaca e contengono qualche traccia rivelatrice delle radici di Pallaoro. «Il mio grande maestro è Antonioni, l’ho riscoperto all’estero» racconta, «ma la mia italianità ritorna anche in alcuni esterni dei miei film, nonché nelle canzoni della colonna sonora. È il mio sguardo, ad essere italiano, il mio modo di vedere le cose, e non lo potrò mai cancellare». Parte del ciclo di incontri “Cinema presente”, l’evento è stato mediato da Sergio Fant. A seguire, anche la proiezione dell’ultimo lungometraggio di Pallaoro, “Hannah”. «Il film fa parte, nel mio progetto, di una trilogia sulle donne. A breve seguirà “Monica” e poi, sicuramente un terzo» svela in chiusura. (k.d.e.)