Mori, l’Apsp Benedetti punta sull’assistenza a casa
Presentata la partnership con l’associazione InsiemeAte, per offrire il servizio alle persone con autosufficienza ridotta grazie a uno staff di specialisti
MORI . È stata presentata ieri la partnership tra l’Apsp Cesare Benedetti di Mori e l’associazione InsiemeAte, specializzata in assistenza domiciliare. L’obiettivo di questa convergenza è quello di offrire un servizio alle persone con autosufficienza ridotta, alle quali, visto l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie, le rsa non possono dare tutte le risposte. La proposta si è concretizzata nell’ultimo anno e mezzo, con una fase sperimentale. Sintesi tangibile dell’accordo è l’ufficio allestito al piano terra dell’azienda pubblica di servizi alla persona di via del Garda, sotto al centro diurno, dove opera un assistente sociale a servizio di entrambi gli enti.
«L’idea – spiega il presidente dell’Apsp Benedetti, Gianmario Gazzi – è partita cinque anni fa. L’obiettivo era dare sempre più servizi al territorio, superare il concetto di casa di riposo. La collaborazione con InsiemeAte punta a dare un servizio su un’area vasta. Ora possiamo portare nelle case tutti i servizi della rsa e i suoi professionisti: oltre all’assistente familiare selezionato da InsiemeAte, l’assistente sociale, l’infermiere, il fisioterapista e i medici specialisti».
«Per questo primo anno e mezzo – dice Paola Brignoli, direttore generale di InsiemeAte onlus – siamo partiti un po’ in sordina, per testare al meglio il nuovo modello. Lavoriamo da 16 anni nel bergamasco e al momento assistiamo oltre 340 utenti. A Mori siamo a 17 famiglie servite, in questo momento abbiamo in carico 5-6 persone, perché alcune hanno poi trovato spazio nella rsa. Non forniamo un semplice “badantato”: si lavora in equipe con esperti dell’invecchiamento. Assieme all’assistente familiare operano il nostro psicologo, l’assistente sociale e l’infermiere dell’apsp, che insieme elaborano il piano di assistenza individualizzato, come avverrebbe in casa di riposo. Altrettanto importante è individuare la persona giusta per l’assistenza e qui il primo fattore è l’empatia con l’assistito e con i suoi familiari. Il modello nato a Mori è innovativo, tanto che stiamo lavorando a una partnership simile anche nel Bergamasco».
«Se la Rsa sta progressivamente spostando il proprio servizio verso una gestione sanitaria di malati cronici e problematiche complesse – aggiunge il direttore dell’Apsp, Antonino La Grutta – tutta una fascia di popolazione non potrà mai accedere come ospite della struttura. Ecco che il modello può essere quello della domiciliarietà». L’assistente sociale che fa da anello di congiunzione tra famiglie e servizio, oltre che tra Apsp e associazione, è David Abbadessa, che parla di un’esigenza nuova da cogliere, «quella delle persone che scelgono di restare a casa propria e hanno ora l’opportunità di essere seguite con gli stessi servizi».
«L’apsp Benedetti – conclude il sindaco Stefano Barozzi – porta un nuovo servizio tra i molti che offre sul territorio. Come Comune abbiamo avviato un ragionamento con Itea proprio per pensare come servire la fascia di popolazione anziana, dunque si tratta di un’esigenza che anche noi abbiamo colto».
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