Mori, all’Apsp Benedetti 150 ospiti nell’anno scorso 

Il presidente Gazzi in Consiglio comunale relaziona sull’attività svolta nel 2017 La chiusura del refettorio: «Non si possono trasferire gli anziani ad ogni pasto»


di Matteo Cassol


MORI . È stata dedicata in buona parte all’Apsp Cesare Benedetti, la seduta del Consiglio comunale di Mori dell’altra sera, che ha visto pure la bocciatura della mozione di Cristiano Moiola del Patt che chiedeva di dare più autonomia alle frazioni della val di Gresta attraverso le Asuc (amministrazione separata dei beni a uso civico): unico voto favorevole quello di Moiola, con astenuti gli altri esponenti di minoranza e contraria la maggioranza (per il sindaco Stefano Barozzi le Asuc sono adatte ai casi di patrimoni economici da gestire, mentre nelle frazioni grestane c’è “solo” ricchezza umana, per incanalare la quale a detta dell’amministrazione basta il volontariato, già molto attivo). Per l’Apsp, è intervenuto il presidente Gianmario Gazzi, che ha relazionato sull’attività annuale di quella che più che casa di riposo si identifica a tutti gli effetti sempre più come “azienda pubblica di servizi alla persona”: oltre a 103 posti letto (di cui 19 in libero accesso) in rsa (149 ospiti nel 2017), può contare su 12 posti convenzionati (8 in libero accesso) al centro diurno (con 8 in libero accesso e 47 utenti nel 2017), 9 posti letto all’Hospice, una serie di ambulatori medici anche per esterni (con lo psicologo a muovere il maggior numero di visite) e numerose prestazioni di fisioterapia per esterni (2.416 nel 2017), oltre alle attività connesse alle associazioni “Vivere in Hospice” e “Insieme a te” (quest’ultima con otto famiglie seguite a domicilio). Tra le criticità da tenere in considerazione per il futuro Gazzi ha parlato della curva demografica che indica un costante invecchiamento della popolazione, oltre che della complessità delle situazioni accolte e del sostanziale congelamento delle entrate. A quest’ultimo aspetto è legata anche una criticità del presente, quella della scelta di chiudere il refettorio distribuendo i pasti in sale più piccole a ogni piano della struttura. Sul tema, sollevato anche dal consigliere provinciale Claudio Civettini, ha fatto una domanda Moiola, sottolineando che la questione ha suscitato polemiche tra gli ospiti e tra i loro familiari: il presidente ha spiegato come tale scelta sia stata presa in quanto il personale si trovava impossibilitato o in difficoltà nel trasferire a ogni pasto gli ospiti al piano terra nel refettorio. Al riguardo Moiola dopo un “sopralluogo” ha caldeggiato un incontro con referenti della struttura per approfondire la questione, che assieme a Luca Giuliani cercherà di far pervenire all’assessore Luca Zeni. In Consiglio, dopo che nel recente passato sulla cosa era stato richiesto (e mai concesso) un confronto pubblico proprio con Gazzi, non è stato invece nemmeno sfiorato il tema caldo dell’ultimo paio di anni, quello delle assunzioni per chiamata diretta alla stessa Apsp, cavallo di battaglia proprio di Moiola e dell’ex collega di partito Paola Depretto: «Era tardi per discuterne. Ormai – il commento del consigliere – deciderà la procura».

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