L’autunno caldo del museo tra la scultura e la danza 

L’inaugurazione il 17 ottobre. Parte la nuova mostra dedicata alla pioniera Isadora Duncan In esposizione opere di Rodin, Stuck, Boccioni, Giò Ponti e un confronto tra la pala Strozzi e Klein



Rovereto. L’Autunno caldo del Mart è un palinsesto ricco di mostre, alcuni preziosi cammei, momenti di approfondimento, giornate di festa. Come sempre la fanno da padrone l’arte moderna e l’arte contemporanea, core business del museo, ma non mancano audaci confronti col passato e momenti di divulgazione scientifica. Fondamentali sono le collaborazioni con grandi musei internazionali e italiani, ma anche con istituzioni e realtà del territorio coinvolte nella programmazione degli eventi.

Fiore all’occhiello del calendario autunnale è l’inaugurazione della grande esposizione dedicata a Isadora Duncan, il 17 ottobre. In mostra numerosi capolavori dedicati alla figura più rivoluzionaria della danza, musa dei maggiori innovatori delle arti pittoriche e plastiche di inizio secolo come Rodin, Stuck, Boccioni, Depero, Casorati, Giò Ponti. In collaborazione con la Fondazione CR di Firenze, “Danzare la rivoluzione. Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e avanguardie” è curata da un comitato scientifico d’eccezione: Maria Flora Giubilei e Carlo Sisi, con Rossella Campana, Eleonora Barbara Nomellini e Patrizia Veroli.

Dal 19 ottobre fino al primo di marzo, la mostra arriva a Rovereto dopo una prima tappa a Villa Bardini a Firenze e rappresenta l’ideale seguito di uno tra i progetti Mart di maggior successo: “La Danza delle avanguardie” che quindici anni fa indagò le relazioni tra la danza e le arti visive del Novecento.

La mostra su Isadora Duncan impreziosisce la proposta espositiva del museo che già il 12 ottobre apre la più ampia antologica mai realizzata in Europa su Richard Artschwager. L’esposizione è il frutto di una collaborazione con il Guggenheim di Bilbao, museo che diviene partner del Mart e che storicamente e per molti versi ne è stato forse un modello per le analogie storiche: contesti post-industriali ripensati nella prospettiva di uno slancio culturale garantito dalla rivisitazione urbanistica di istituzioni museali progettate da archistar. A cura di Germano Celant, la mostra sarà presentata prima a Rovereto, dal 12 ottobre 2019 al 2 febbraio 2020, e successivamente ospitata a Bilbao nella primavera del 2020. Si tratta di uno straordinario e completo viaggio nell’opera di un rivoluzionario artista che ha decisamente ripensato l’oggetto e lo spazio dell’arte attraverso capolavori presenti a Rovereto grazie ai generosi prestiti di alcune delle principali Collezioni del mondo come il Whitney Museum of American Art (New York), la Broad Art Foundation (Los Angeles), la Tate Britain (Londra), la Fondation Cartier pour l’art contemporain (Parigi), la Fondazione Prada (Milano).

Il Mart si rinnova non solo attraverso il calendario espositivo, ma anche modificando il percorso di visita alle Collezioni permanenti. In questo “Autunno caldo” il museo propone la realizzazione di spazi specifici per ospitare incontri con capolavori della storia dell’arte. Si comincia il 4 ottobre con due capolavori rappresentativi delle svolte storico-artistiche del primo Novecento, il primo Focus vede infatti la compresenza tra quella che è forse l’opera più importante di Gino Rossi, La fanciulla del fiore del 1909, e la purezza delle forme nella sintesi scultorea di Arturo Martini.

Dal 25 ottobre un confronto decisamente inedito e stimolante attraverserà i secoli con l’esposizione al Mart della pala d’altare di Bernardo Strozzi, detto il Cappuccino, raffigurante la Madonna con Gesù Bambino in gloria e santi (1640 circa). Il parallelismo sarà in questo caso con uno dei maggiori artisti del Novecento: Yves Klein. Al centro dell’indagine è il blu. Da un lato la santità allegoricamente allusa dal colore dei panneggi, dall’altro la nota versione di Klein e il suo portato nel superamento della condizione materiale dell’esistenza.













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