Illuminazione, anche Mori si affida alla “Consip”
Chiuso il rapporto con Stet, manutenzione e gestione passano al consorzio che per 212 mila euro l’anno garantirà anche il completo rinnovo dell’impianto
Mori. Mori scommette su Consip e cambia tutto – gestione e apparecchi – dal punto di vista dell’illuminazione pubblica, chiudendo il contratto con Set: lo ha sancito il Consiglio comunale, con la maggioranza spalleggiata silenziosamente al momento del voto da Cristiano Moiola, mentre gli altri esponenti di opposizione si sono astenuti, con le perplessità maggiori arrivate dal Movimento 5 Stelle. In apertura della seduta – che ha visto pure la risposta a varie interrogazioni lungodegenti, l’approvazione di modifiche allo statuto e allo schema di patti parasociali per l’esercizio del controllo analogo congiunto degli enti soci della Gestel e l'approvazione dello schema di accordo di programma per la realizzazione dello studio di fattibilità volto alla razionalizzazione dell’uso dell’acqua a scopo irriguo in Val di Gresta – il sindaco Stefano Barozzi peraltro ha annunciato che Mori ha ottenuto la certificazione Emas: «Da martedì – ha detto il primo cittadino – il Comune può fregiarsi della bandiera Emas. Dopo otto anni, finalmente la chiusura del ciclo è arrivata. La certificazione vale fino al 12 giugno 2020, dunque bisogna continuare a rinnovarsi: nel frattempo però è stato raggiunto un obiettivo a scavalco tra tre legislature, al termine di un iter molto complesso, con numerosi interventi all’interno della macchina comunale. Credo sia un ottimo risultato per tutto il Comune».
Venendo all’illuminazione pubblica, a sostenere le ragioni del cambio di gestione è stato chiamato a parlare l’ingegner Ivo Zancarli dello studio Grafica Light di Arco, che ha sostanzialmente parlato dell’opportunità di pagare una cifra annua di poco superiore all’attuale per avere però in cambio anche lavori di ammodernamento degli impianti per circa un milione di euro. Non tutti però (soprattutto Renzo Colpo e Paola Depretto) sono stati convinti dall’esposizione e allora l’assessore Roberto Caliari ha sfoderato i propri calcoli: «Con la proposta Consip andremo a pagare un canone di 212 mila euro, 22 mila euro in più all’anno rispetto a quanto pagato in media negli ultimi due anni. Con l’impianto ammodernato si risparmierà poi almeno la metà. Risparmieremo 383 mila euro di spesa corrente tra 2018 e 2030 e dal 2031 pagheremo 72 mila euro in meno all’anno, inoltre con Consip avremo l’equivalente di 140 mila euro ogni anno di lavori effettuati. In totale è come se incassassimo oltre 1,7 milioni di euro. Dal punto di vista economico non c’è dubbio che sia un affare, inoltre non dovremo impiegare tempo né energie per progetti, appalti, ricorsi e altro. Non si tratta poi di un salto nel buio: altri grandi comuni italiani, tra cui Rovereto, hanno già aderito». Barozzi ha provato a sintetizzare e andare al dunque: «Il messaggio è che pagando la stessa bolletta avremo l’illuminazione pubblica completamente rifatta e a led in due anni».
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