Il ritorno alla campagna per rimotivare gli anziani 

Alla Apsp Benedetti di Mori si sperimentano nuove strade per stimolare gli ospiti a rivitalizzare gli interessi e le relazioni con gli altri attraverso la natura


di Matteo Cassol


MORI . Nuovi approcci terapeutici vengono sperimentati per affrontare le mutate esigenze della popolazione anziana: all’Apsp “Cesare Benedetti” di Mori, ad esempio, si punta sull’orto cognitivo, “un luogo dove coltivare la mente prendendoci cura delle piante”. Ci saranno dieci incontri suddivisi tra due gruppi di residenti: il primo legato all’Alzheimer (cinque residenti segnalati dalla casa di riposo) e il secondo di 6-8 persone selezionate per interesse o particolarità di recupero cognitivo. L’attività è stata presentata alle famiglie nei giorni scorsi, ieri si sono svolte le valutazioni dei residenti coinvolti e la partenza effettiva è fissata per martedì 22 maggio: gli appuntamenti proseguiranno ogni martedì fino al 24 luglio, dopodiché si farà il punto sull’esito del progetto.

L’intero percorso è pensato e gestito da Valentina Brentari ed Elena Tonolli, psicologhe esperte in neuropsicologia. Sarà un percorso di stimolazione cognitiva attraverso la natura. Le due psicologhe hanno già portato avanti alcuni progetti all’azienda pubblica di servizi alla persona di Mori, verificando che questo tipo di attività produce effetti benefici con miglioramenti cognitivi, emotivi e relazionali. Altra osservazione emersa è che buona parte delle persone coinvolte ha una storia di vita strettamente legata al mondo contadino e naturale: il nuovo percorso utilizza quindi proprio il verde come facilitatore e mezzo d’intervento, attraverso il quale stimolare le funzioni cognitive residue, e sarà utilizzato come spunto per favorire situazioni di incontro e scambio attivo tra i partecipanti, tramite la rievocazione di momenti importanti della propria esperienza di vita e la loro condivisione. In questo senso si punta sulla reminescenza, il processo per il quale gli eventi remoti rappresentano lo spunto per stimolare le risorse mnesiche residue e recuperare esperienze emotivamente piacevoli. Si fonda sulla naturale tendenza a raccontare il proprio passato: favorire questo processo può ridurre l’isolamento, migliorare l’umore e la qualità della vita. Altra tecnica utilizzata è quella della rimotivazione, che punta a rivitalizzare gli interessi per gli stimoli esterni, permettendo di relazionarsi con gli altri, affrontare e discutere argomenti di interesse comune. Altro obiettivo è migliorare il livello di autostima della persona, facendola sentire ancora partecipe di relazioni sociali significative e riducendo la tendenza all’emarginazione. La possibilità di condividere saperi e gesti secondo i promotori potrà stimolare ricordi legati a passate esperienze negli orti, nei campi e nei giardini di casa. Dai cassetti della memoria potranno riaffiorare nomi di piante, ricette e magari anche qualche canzone. Parlando di situazioni, persone, fatti e luoghi si punta a riaccendere interessi comuni di dialogo, ritrovare occasioni di discussione, riscoprire passioni condivise.

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