Bertolini-Ocea, storia di una rinascita
Un anno fa l’intervento di Trentino Sviluppo e un nuovo socio. Oggi la storica azienda corre ed ha raggiunto i 71 dipendenti
ROVERETO. «Provincia e Trentino sviluppo non operano attraverso modelli standard, in questo caso la decisione è stata presa con il cuore, puntando sulla fiducia delle persone». È con queste parole che Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia di Trento e assessore alle attività produttive, ha commentato la visita al nuovo stabilimento della Bertolini Ocea in zona industriale, due aziende storiche del mondo imprenditoriale della Vallagarina che, grazie all’intervento di Trentino sviluppo e l’ingresso di un terzo soggetto, l’Alca di Verona, hanno potuto superare un momento di difficoltà e riprendere l’attività con nuove assunzioni. L’operazione risale al 2016 quando Trentino sviluppo ha acquistato lo stabilimento, già sede della Ocea dal 1958, per 2,3 milioni di euro e subito lo ha dato in affitto alla new. co che ha investito 300 mila euro per la ristrutturazione e l’adeguamento tecnologico. Una cura che ha presto dato i suoi frutti: «Abbiamo già un portafoglio di ordini che ci permette di guardare con fiducia al 2018, il nostro punto di forza è che siamo fra i pochi che fanno ancora impianti “chiavi in mano”, idraulici ed elettrici assieme» ha spiegato Andrea Bertolini socio della new. co assieme al fratello Giuseppe, a Tommaso e Giuseppe Rigotti di Ocea, e Alberto Canteri per la controllante Alca. Questo però grazie anche ai primi segnali di ripresa, dopo dieci anni di crisi e di recessione. «Finalmente si respira aria di ottimismo - continua Andrea Bertolini - solo nel mese di gennaio abbiamo messo assieme un portafoglio di commesse che, portate a termine, ci permetterebbe di uguagliare l’intero fatturato dello scorso anno, che è stato di 9 milioni di euro, superiore del 30 per cento all’anno precedente».
I settori che hanno ripreso a muoversi sono soprattutto il pubblico, il terziario e in misura minore il privato civile, manca ancora all’appello l’industria. Bertolini: «Abbiamo ottenuto i lavori per il nuovo ospedale di Mezzolombardo, dopo aver completato il progetto per il nuovo museo a palazzo Sichardt e per il Museo della Guerra, speriamo che prima o poi si sblocchi anche la situazione della nuova sede della Rurale a Palazzo Balista, che da sola vale 3 milioni di euro».
Molto positivi anche i risultati sul piano occupazionale, superiori perfino a alle clausole stipulate con la Provincia: l’impegno era infatti per 52 dipendenti entro il 2018, e alla scadenza risultavano 71. «È stata un’operazione un po’ in sordina - ha aggiunto Olivi - e al momento di prendere una decisione abbiamo messo molto del nostro, perché si trattava di due industrie importanti anche sotto il profilo sociale: ci voleva un investimento di fiducia, non abbiamo puntato solo su un intervento di sostegno e di conservazione. Abbiamo visto che c’era molto impegno, che andava anche al di là del semplice rispetto delle clausole, salvaguardando competenze, saperi e mano d’opera». (a.t.)
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