Azienda elettrica, la nuova perizia abbassa il prezzo
AVIO. Ma quanto vale davvero l’azienda elettrica comunale? Adesso come adesso la perizia, quella nuova, stabilisce un prezzo per la vendita di 1 milione e 100 mila euro; sostituisce la prima perizia...
AVIO. Ma quanto vale davvero l’azienda elettrica comunale? Adesso come adesso la perizia, quella nuova, stabilisce un prezzo per la vendita di 1 milione e 100 mila euro; sostituisce la prima perizia di vendita, del 2016, che attestava un valore di 2 milioni e 680 mila euro. Il ridimensionamento della stima - sensibile, si tratta di 580 mila euro in meno - non poteva che essere ulteriore oggetto di scontro tra maggioranza e minoranza, con quest’ultima a soffiare sul fuoco, attaccando il sindaco e i suoi alleati della Lega, che quando erano all’opposizione si erano sempre schierati contro la vendita. In particolare la Lega; il sindaco Secchi in consiglio ha detto invece di essere sempre stato favorevole alla vendita, sin dal 2007. Le opposizioni hanno tuttavia riesumato un’intervista del 2008, dove Secchi diceva che l’azienda elettrica era in buona salute, in attivo di 900 mila euro e che in quanto tale non andava venduta. Per ora la vendita è tornata in consiglio, dopo che la prima procedura si è rivelata errata, e il valore della perizia è stato ridimensionato. «Chi ci assicura che questa seconda perizia è corretta? - si chiede la minoranza - abbiamo evidenziato molte lacune nella procedura di verifica delle reti, con valori delle cabine elettriche e dei contatori irrisorie. Chi risponde di questo ritardo e di questa perdita di 580 mila euro, oltre ad ipotetici 130 mila euro annui di dividendi, non incassati?», attacca l’opposizione. La minoranza di centro sinistra ha proposto l’istituzione di una commissione speciale di studio, per valutare “qualsiasi soluzione gestionale alternativa che sia la più redditizia possibile per le casse comunali, visto che le nuove normative consentono anche soluzioni alternative alla vendita”. La maggioranza ha respinto tuttavia la proposta. Sempre il centro sinistra ha chiesto di “sospendere la procedura per rivedere il tutto, e optare per la permuta di azioni della Set, ad esclusiva partecipazione pubblica, per riscuotere i dividenti annuali pari a 130 mila euro circa, mantenendo integro il capitale investito, in attesa di una programmazione pluriennale per realizzare opere per la produzione di energia elettrica derivate da fonti rinnovabili”. Anche questa proposta è stata respinta dalla maggioranza. Ora si procede verso la vendita dell’azienda, in base alla seconda perizia.