Avio, un altro consiglio annullato
Minoranze all’attacco: «Il sindaco dimostra la sua inefficienza amministrativa»
AVIO. Dopo l’annullamento del consiglio comunale del 30 maggio per mancanza del numero legale da parte della maggioranza, anche la seduta in seconda convocazione di lunedì è stata annullata «per gravi inadempienze amministrative da parte del sindaco e del presidente del consiglio comunale Federici Gianluca, in quota Lega, che si sono dimenticati di inviare le convocazioni a 9 consiglieri comunali» come scrivono i consiglieri di minoranza. Procedure e rispetto delle norme vigenti che «avevamo evidenziato con una nostra Pec in data 27 aprile al sindaco e al presidente del consiglio i quali non si sono nemmeno degnati di rispondere. Sorge il dubbio se l’abbiano almeno letta. Anziché assumersi le proprie responsabilità, il sindaco, con un uso ossessivo dei social e della stampa ci ha accusato nei giorni scorsi di irresponsabilità. E’ doveroso ricordare che in questi tre anni di mandato amministrativo in ben 5 occasioni abbiamo mantenuto il numero legale e garantito il proseguo del Consiglio, causa l’assenza dei consiglieri di maggioranza, con alto senso di responsabilità auspicando maggior coinvolgimento ed il rispetto dello statuto comunale e del regolamento consigliare. Purtroppo appelli rimasti nel vuoto. Qualcosa è cambiato, in peggio però: l’atteggiamento del sindaco. Costatiamo, infatti, una progressiva mancanza di rispetto verso le istituzioni e le leggi che le regolano, con l’inevitabile abbattimento dei principi e dei valori democratici che caratterizzano la nostra società civile ed il rispetto del ruolo del consiglio comunale, e inevitabilmente la sua maggioranza perde pezzi. Giocare poi con la malattia del consigliere leghista Margoni Casimiro, quando è di dominio pubblico i difficilissimi rapporti tra entrambi, è veramente di una pochezza estrema. Non siamo più disposti a fare da stampella a questa amministrazione. E il fatto che da mesi siamo senza due assessori, in una situazione di stallo, violando di fatto le norme statutarie, che impongono il termine di 30 giorni per la surroga, dimostra l’enorme difficoltà del sindaco a trovare persone disponibili a lavorare al proprio fianco. Anche a Roma hanno cercato i numeri per fare un governo e il sindaco, anziché cercare scuse, è meglio che si faccia un esame di coscienza e stia tranquillo e sereno che noi non siamo come quei bambini che portano via il pallone durante una partita, come da lui affermato. Ovviamente per giocare servono i numeri (una squadra) non solo il pallone, forse il sindaco si è perso proprio li, mostrando ancora una volta, la propria inefficienza amministrativa».