BRENTONICO 

Alle origini del catasto trentino 

Appuntamento alle 17 per “Gli oracoli del sabato”, con Dino Buffoni



BRENTONICO . Secondo appuntamento autunnale, oggi alle 17 alla biblioteca di Brentonico, per il ciclo de “Gli oracoli del sabato”. Il tema sarà “Il catasto trentino: origini, funzionamento e utilità”. Relatore sarà Dino Buffoni, direttore dell’ufficio geodetico della Provincia, presentato come uno dei massimi esperti del settore. Catasto è una parola di derivazione greca e significa “riga per riga”. La sua ideazione risale a tempi remoti: dai sumeri passando poi per egiziani, ateniesi, romani (le “tabulae censuariae” per “agrorum descriptio”) e gli arabi (i “defetari” introdotti in Sicilia già nel X secolo). Nel medioevo italiano si trovano i primi catasti comunali, chiamati “estimi”, così come in centro Europa si trovano i “Landtafeln” e altri strumenti similari. Fu durante il dispotismo illuminato del Settecento che diversi Stati italiani ed europei vararono importanti riforme catastali. I sistemi catastali trovarono origine nella necessità di rilevare e ordinare sistematicamente beni omogenei (in particolare terreni ed edifici) e per favorire un calcolo delle tasse e delle imposte dovute univoco tra i vari regni. Il primo impianto catastale trentino (l’intero Trentino fu organizzato a “Distretto”) è dovuto a Napoleone e risale ai primi quindici anni dell’800. Praticamente sconosciuto, questo materiale (circa 200 mappe e 700 fogli-mappa) giace nell’archivio del Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck. Ben più conosciuto è invece l’impianto catastale fondiario austriaco elaborato per il Trentino a circa metà ’800 e tutt’oggi in vigore, applicato nonostante l’unificazione italiana. (m.cass.)













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