Accattonaggio, Mori intensificherà i controlli 

Tutto il consiglio concorda sulla necessità di contenere gli eccessi e le truffe ma non passa la proposta leghista di vietare la questua: «È incostituzionale»


di Matteo Cassol


MORI. A Mori esiste un “problema accattonaggio”: su questo, sfumature a parte, opposizioni e maggioranza concordano, tant’è che l’altra sera in Consiglio si stava per trovare un’intesa sulla base della mozione presentata da Fiorenzo Marzari della Lega Nord. L’esponente del Carroccio chiedeva al sindaco di emanare un'ordinanza di contrasto al fenomeno, sulla base di quella in vigore a Tione, nei pressi di mercato, casa di riposo, chiese, esercizi commerciali, uffici pubblici e banche; inoltre si volevano più controlli per identificare i questuanti con la confisca del denaro frutto della questua e una campagna contro l'accattonaggio per convincere i cittadini a non consegnare denaro. La maggioranza ha elaborato una controproposta che avrebbe impegnato il sindaco a intensificare i controlli ai fini di sanzionare eventuali comportamenti contrari alle norme, a chiedere alle forze dell’ordine di verificare la presenza di racket e a organizzare una serata per approfondire il tema: a venir meno era dunque l’ordinanza, una mancanza che Marzari non ha digerito, preferendo proseguire con il proprio documento, sposato anche da Cristiano Moiola del Patt, unico a votare a favore assieme al leghista, a fronte di otto contrari e quattro astenuti.

«Il problema – ha detto Moiola – deve essere affrontato e anche il sindaco deve fare qualcosa». «Non si chiede – ha argomentato Marzari – di dare manganellate, ma di dare risposte. L’anziano per evitare l’insistenza o di essere inseguito dà l’euro o i 5 euro. Anche gli anziani vanno rispettati».

«Nessuno – è stata la replica del sindaco Stefano Barozzi – esclude la presenza del problema. Condividiamo che occorrano maggiori controlli e che non ci possa essere violenza o pressione, ma non credo serva l’ordinanza e di sicuro non la farò. Stabiliscano le forze dell’ordine se c’è un racket. Ogni tanto ci sono abusivi e questi vanno allontanati, ma non mi sento di allontanare chi fa elemosina senza violenza. D’altra parte io in ufficio ho di continuo questuanti non stranieri».

Secondo l’assessore Roberto Caliari, i questuanti sarebbero comunque in calo: «Ce ne sono tre o quattro che girano, controllati dai vigili. Non hanno mai superato i limiti e non ci sono minori. C’era un finto storpio, ma se n’è andato. Un’ordinanza specifica sarebbe incostituzionale, come decretato altrove, mentre i comportamenti impropri sono già sanzionabili».

Di tutt’altro avviso Moiola: «La questua è organizzata. Arrivano in 15 in treno per il mercato. Importunano le persone e danneggiano chi vende. Al Poli da anni c’è il “ragazzo del carrello” che ha rifiutato un lavoro trovatogli dalla Caritas perché guadagna di più così. C’è chi fa l’accattone per scelta, non per bisogno». «Non si può – la risposta di Nicola Bertolini del Movimento 5 Stelle – difendere il crocifisso e condannare l’elemosina. Se poi si è invidiosi dei guadagni, si può sempre chiedere l’elemosina a propria volta».













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