motociclismo

Valentino Rossi, quando la sua carriera si intrecciava con i piloti trentini

Alberto Pilloni, Stefano Pedrini, Franco Brugnara e quella Cagiva Mito custodita in una “caneva”... (foto Ansa)


di Daniele Peretti


TRENTO. Domani a Valencia si conclude un’era; quella di Valentino Rossi protagonista assoluto del motociclismo mondiale. Aldilà del risultato sportivo, inutile dire che sarà lui il protagonista assoluto di questa ultima tappa del circuito del motomondiale e l'ideale red carpet che prima lo porterà in pista e poi verso l'addio all’attività sportiva, sarà all'insegna di un particolare amarcord. Saranno presenti tutte le sue moto a bordo delle quali ha vinto il titolo mondiale: nove in tutto. Due i rammarichi di una brillante carriera; il primo non aver vinto il decimo titolo mondiale ed il secondo non aver raggiunto il podio numero 200.

Yamaha, Honda ed Aprilia. Inutile soffermarsi sulle gesta sportive di Valentino Rossi che sono eventi a tutti noti; può essere più interessante conoscere un intreccio poco noto: quello tra Valentino Rossi ed il Trentino. Tutto avviene nei primi anni della sua carriera, con un Valentino Rossi che correva con le minimoto ed aveva... 14 anni. Innanzitutto dobbiamo spiegare che Rossi ha cominciato a scrivere la sua immensa storia da giovanissimo, con le minimoto, ed era figlio d'arte; suo padre Graziano era un'icona del motociclismo Mondiale classe 500 negli anni ’70, è arrivato al Campionato Italiano Sport Production 125 nel 1993 all'età di 14 anni.

In quel periodo correre in 125 era una “bolgia”. Oltre duecento iscritti per un posto sul podio. All'epoca era definito il Campionato dei campionati. Era il trampolino di lancio che aveva già dato i “natali” a piloti del calibro di Biaggi, Cadalora, Capirossi, Romboni, Gresini e tanti altri ancora. Valentino Rossi, in quell’anno al Mugello, patirà il suo primo infortunio (al malleolo della caviglia destra) e non riuscirà ad esprimersi nelle fasi finali del campionato. Ma nel 1994 vincerà il titolo Italiano dopo una tiratissima stagione contro gente come Tessari, Iommi, Borsoi, Cruciani, Dellino e anche il nostro portacolori trentino Alberto Pilloni, l’unico che realmente ha avuto l'onore e l’onere di correre contro il fenomeno marchigiano.

Ma il collegamento tra Valentino Rossi e la nostra terra non finisce semplicemente qui. L’anno sucessivo, il 1995, il trentino Stefano Pedrini, pilota che vanta parecchi successi nazionali, ha avuto la fortuna di correre con la Mito 125 di Rossi, che era passata dal Team ufficiale Cagiva Lucky Explorer Lusuardi al Team Augesco. Moto che poi passerà nel 1996 nelle mani di Franco Brugnara, altro pilota trentino con un palmares invidiabile ed ora in forze al team Campione del Mondo Moto2 Italtrans.

Insomma, di Rossi, anche da noi ce n’è traccia, eccome! E quella Cagiva Mito, quella con cui Valentino ha ottenuto le sue prime vittorie importanti, è ancora ben custodita in una delle nostre “caneve”, ma questo non possiamo ancora raccontarvelo. Proprio da quelle caneve, potrebbe nascere un’opportunità: quella di portare Valentino Rossi in Trentino. I vecchi amici ci sono, le mini moto sfrecciano oggi sulle piste di Ala e Bolzano e Valentino Rossi da atleta diverrà testimonial delle sue attività. Staremo a vedere.













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