Vaiolo delle scimmie, salgono a due i casi in Trentino
La conferma arriva dal primario delle Malattie infettive dell’ospedale Santa Chiara Massimiliano Lanzafame. In Italia i casi totali sono 500
TRENTO. La conferma arriva dal primario delle Malattie infettive dell’ospedale Santa Chiara di Trento Massimiliano Lanzafame, intervistato ai microfoni della Tgr Rai: «In questo caso i casi di infezione da vaiolo delle scimmie in Trentino sono due».
Se il primo caso era stato individuato ancora a giugno, il secondo caso è invece molto più recente: si parla di circa dieci giorni fa.
A livello nazionale i casi complessivi sono 500.
A pochi giorni da quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l'epidemia da vaiolo delle scimmie un'emergenza sanitaria internazionale, dall'Oms arrivano i nuovi numeri sui contagi mondiali.
Dall'inizio dell'anno al 22 luglio sono 16.016 i casi di vaiolo delle scimmie nel mondo, con un balzo del 48% in soli 7 giorni. A ciò si aggiunge che il virus ha rotto il legame con i Paesi in cui era endemico e ha preso a circolare in nuove aree del mondo: «Questa è la prima volta che la trasmissione locale del vaiolo delle scimmie è stata segnalata in Paesi recentemente colpiti senza collegamenti epidemiologici ai Paesi dell'Africa occidentale o centrale», scrive l'Oms nel suo bollettino.
Al momento sono 75 i Paesi colpiti dall'epidemia e l'Europa continua a essere l'area del globo più interessata: nelle ultime quattro settimane il 72% dei casi si è concentrato nel Vecchio Continente.
Qui, inoltre, si è verificato il 60% dei casi dall'inizio dell'epidemia: 9.697, quasi 2mila dei quali notificati negli ultimi sette giorni. Per questo l'Europa è l'unica area classificata ad alto rischio dall'Oms. Per tutte le altre il rischio è moderato, salvo la regione del Pacifico Occidentale dell'Oms in cui il rischio è stimato come basso.
Tra i Paesi europei, secondo l'ultima rilevazione congiunta dello European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) e dell'ufficio regionale per l'Europa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la Spagna resta la più colpita con 3.151 casi. Seguono Germania, Francia, Paesi Bassi, Portogallo, Italia e poi a scalare tutti gli altri.
L’Unione europea ha in fase di consegna ai vari paesi le 160mila dosi di vaccino da poco acquistate.
Il direttore dell'ufficio europeo dell'Oms Hans Henri P. Kluge ha chiesto l'impegno di tutti per fermare il focolaio. Ricordando le peculiarità di questa epidemia di vaiolo, in cui i casi sono concentrati «per lo più tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini», ha detto che «dobbiamo rispondere all'epidemiologia che ci sta di fronte» concentrandoci «sulla modalità di trasmissione dominante (il contatto pelle a pelle durante gli incontri sessuali) e sui gruppi a più alto rischio».
Per questo, rivolgendosi a questi ultimi, ha ricordato che il vaccino da solo non può fermare l'epidemia. «Chiediamo, per il momento, di adottare misure per ridurre questo rischio», ha detto, chiedendo tra le altre cose, di limitare i «partner sessuali e le interazioni. Questo può essere un messaggio difficile, ma esercitare cautela può salvaguardare te e la tua comunità», ha aggiunto.