IL CASO

“Vacca e scrofa”: docente insulta Meloni. Poi le scuse

La leader di FdI: “Ringrazio Mattarella e Draghi per la solidarietà” (foto Ansa)



ROMA. "Ringrazio il Presidente Mattarella che mi ha telefonato per esprimermi personalmente la sua solidarietà in seguito agli insulti osceni ricevuti. E' un gesto che ho apprezzato molto, e che ribadisce con fermezza il limite invalicabile, in una democrazia, tra critica e violenza".

Lo scrive in un tweet Giorgia Meloni. In un tweet, il portavoce del presidente della Repubblica, Giovanni Grasso, dal suo account personale e rilanciando le parole di Meloni, sottolinea: "Gli auguri di morte a Liliana Segre che si vaccina. Ora questo qui contro l'on. Meloni. Contro le donne è sempre più facile... Non sarebbe ora di smetterla?".

Giorgia Meloni ringrazia anche Draghi. "Ringrazio il Presidente del Consiglio Draghi, che mi ha telefonato per esprimermi la sua personale solidarietà. Gliene sono grata. Mi auguro che questo brutto episodio, che mi ha vista mio malgrado protagonista, sia utile a difendere uno dei pilastri della democrazia: il rispetto", scrive su Twitter la leader di Fdi.

Prima gli insulti, poi le scuse.
"'Vacca' e 'scrofa': siamo increduli che nel 2021 ci si possa esprimere ancora così pubblicamente. Ancora di più che a farlo sia un professore, Giovanni Gozzini, che intervenendo all'emittente Controradio ha insultato e denigrato pesantemente la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni". Così in una nota il deputato di Fdi Giovanni Donzelli, in relazione a quanto accaduto nel corso della trasmissione 'Bene bene male male' del 19 febbraio, mentre Gozzini, storico e docente all'Università di Siena, commentava l'intervento alla Camera di Meloni per la fiducia al nuovo governo.
"Come al solito - sostiene Donzelli - gli intellettuali di sinistra predicano bene e razzolano male, dimostrandosi buoni a cavalcare le battaglie in difesa delle donne solo a corrente alternata. Chiediamo che l'Università di Siena sospenda il professor Gozzini".

"Per il fatto di aver usato delle parole sbagliate durante la trasmissione sono a porgere le mie scuse a tutti quanti, a Giorgia Meloni per prima e a tutte le persone che si sono sentite offese". Così in una nota Giovanni Gozzini, storico e docente all'Università di Siena, in merito a quanto dichiarato, durante la trasmissione 'Bene bene Male male' andata in onda venerdì su Controradio, mentre commentava l'intervento alla Camera di Meloni per la fiducia al nuovo governo. "Presento le mie scuse per il linguaggio usato durante la trasmissione - si legge nella nota diffusa da Gozzini -. Non è mio costume, né come ospite storico della trasmissione di Controradio né in altra sede promuovere un linguaggio che non sia più che rispettoso nei confronti di tutti".

"Condanno con decisione le offese sgradevoli rivolte dal professor Gozzini all'on.Giorgia Meloni". Lo ha detto il rettore dell'Università di Siena Francesco Frati in merito a quanto dichiarato, con riferimento alla leader di Fratelli d'Italia, da Giovanni Gozzini, storico e docente dell'Ateneo senese, durante una trasmissione radiofonica ieri. Sulla possibilità che possano essere presi provvedimenti il rettore ha aggiunto: "Ci sono organi competenti che valuteranno".

"Solidarietà a Giorgia Meloni oggetto di una inaccettabile violenza verbale". Lo afferma la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati in un tweet postato in segno di solidarietà per Giorgia Meloni fatta oggetto ieri di insulti sessisti.

"Gli insulti rivolti a Giorgia Meloni sono intollerabili e inaccettabili. Un linguaggio brutale come quello usato per attaccare la presidente di Fratelli d'Italia va respinto al mittente. A lei va la mia solidarietà". Lo afferma il presidente della Camera Roberto Fico.

"Esprimo la mia solidarietà a Giorgia Meloni per gli incredibili e inqualificabili insulti ricevuti, ancora più gravi perché venuti da un docente universitario. Fermiamo questo odio e queste vergogne quotidiane. Oggi contro una donna, leader politica, ieri a Trieste contro una persona omosessuale vittima di aggressione, l'altro ieri contro Liliana Segre. Basta". Così il deputato e Tesoriere del Pd Walter Verini.

"Solidarietà all'amica Giorgia Meloni per gli squallidi insulti ricevuti. Parliamo tanto di cambiare questo Paese, iniziamo riportando il dibattito su toni civili, dentro e fuori dalla politica", Così scrive il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sulla sua pagina Facebook.

"Che un professore universitario possa liberamente offendere e pesantemente insultare un politico italiano, leader di partito nonché donna, perché evidentemente non ha idee ne' argomenti, merita una seria riflessione e una ancor più rapida azione. Si può dissentire dalle opinioni, ma la volgarità e la derisione sono scorciatoie indecenti ancor più se usate da un uomo verso una donna. La mia solidarietà a Giorgia Meloni. Chi insulta lei, insulta tutte noi". Lo dichiara Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia.

"Trasformare il dissenso politico in sessismo, è quello che accade sempre quando si vuole attaccare un politico donna. Non mi rassegnerò mai a questa volgarità e a questo modo di offendere e denigrare "l'avversario". La mia solidarietà a @GiorgiaMeloni". Lo scrive, in un tweet, Laura Castelli.

"Sono inaccettabili i gravissimi insulti che Gozzini ha rivolto a Giorgia Meloni. Sono sempre sinonimo di inciviltà e incapacità di accettare che gli altri abbiano idee diverse. Quando però arrivano da un professore universitario, che deve formare giovani, non possiamo tacere e tollerare. Il docente dell'università di Siena dovrà rispondere di quanto ha affermato oggi in ogni sede. È evidente che il clima di violenza, per ora verbale, contro il leader dell'opposizione richiama tempi e metodi oscuri. Piena solidarietà e massimo appoggio al nostro Presidente, colpevole solo di coerenza e lealtà. Attendiamo dalla sinistra ferma condanna nei confronti di queste ignobili parole e un immediato intervento della Ministra Messa ". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.