il caso

Un detenuto rivela: Chico Forti voleva contattare la ‘ndrangheta per «mettere a tacere Travaglio e Lucarelli»

La Procura di Verona apre un fascicolo contro ignoti. Il trentino si sarebbe anche lamentato del titolo «Benvenuto assassino» che il Fatto Quotidiano gli aveva dedicato al ritorno in Italia

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TRENTO. Dopo la gioia del ritorno in patria e le polemiche sui permessi, Chico Forti torna alla ribalta. Questa volta per un’inchiesta della Procura di Verona che lo vede al centro, anche se per ora il fascicolo è stato aperto contro ignoti e senza reati ipotizzati. La notizia è stata diffusa da diverse testate nazionali come Il Fatto Quoridiano, il Corriere della Sera e Open ed è stata confermata dal capo della Procura Raffaele Tito.

 

Inchiesta partita da una segnalazione di un recluso, scelto come confidente da Forti, al Garante dei detenuti. Secondo quanto riferito dall’uomo, il trentino, in carcere a Verona da circa un mese, gli avrebbe chiesto di contattare qualche ‘ndranghetista per mettere a tacere Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli e una terza persona. Al detenuto – stando da quanto riferito nell’articolo della Stampa – Chico Forti avrebbe promesso un aiuto quando fosse tornato in libertà.

Forti avrebbe anche protestato per il titolo «Benvenuto assassino» che Il Fatto Quotidiano gli aveva dedicato il giorno del rientro in Italia.

Stando alla notizia riportata danche ai quotidiani nazionali, il detenuto che ha parlato avrebbe chiesto al Garante di avvertire Travaglio, il direttore del Fatto, il quale ha segnalato la vicenda ai Pm. 













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