«Whirlpool, riconvertire la produzione»
Il ministro Zanonato: «M’impegno perché a Spini rimanga un’attività». Oggi manifestazione dei lavoratori a Varese
TRENTO. Sull’annunciata chiusura dello stabilimento Whirlpool di Spini di Gardolo ora c’è anche l’impegno del governo. «Dobbiamo darci da fare perché a Trento rimanga un’attività produttiva e i lavoratori siano salvaguardati», ha annunciato ieri il ministro per lo sviluppo economico Flavio Zanonato (Pd), arrivato in città per l’inaugurazione del quartiere Le Albere.
Arrivato a Trento poco dopo le 17.30, giusto in tempo per la tavola rotonda, il ministro ha avuto un colloquio di pochi minuti - in piedi lungo il viale di fronte al Muse - con il presidente della Provincia Alberto Pacher, l’assessore all’industria Alessandro Olivi e l’ex governatore (oggi capogruppo di Scelta Civica) Lorenzo Dellai. Tema il caso Whirlpool, la multinazionale che due settimane fa ha annunciato la chiusura della fabbrica di Spini che occupa 468 lavoratori, più circa altri 300 dell’indotto. Il ministro era stato subito informato della situazione dallo stesso Dellai e ieri, incalzato dai giornalisti, non si è sottratto: «Il caso Whirlpool - ha detto - è diverso da casi di crisi industriali che purtroppo esistono in Italia, qui siamo di fronte alla decisione dell’azienda di spostare i lavoratori e le attività produttive in altri siti italiani, in particolare in quello principale di Varese». Zanonato ha assicurato l’impegno del suo ministero e del governo per salvaguardare i lavoratori e ha indicato l’obiettivo su cui concentrare gli sforzi: una riconversione industriale dello stabilimento di Spini. «Noi dobbiamo, e come ministero lo farò, darci da fare perché in quel sito rimanga un’attività produttiva».
Da parte della Provincia, Pacher e Olivi hanno prospettato al ministro un’azione su due fronti. «Vogliamo che la trattativa con Whirlpool sul piano sociale, quello che dovrà garantire ammortizzatori sociali, formazione e riqualificazione, resti in Trentino», spiega l’assessore. «Portandola al tavolo nazionale il rischio è di assimilare questa vicenda alle altre, perdendo un rapporto stretto che si è costruito con l’azienda in questo anni. Terremo informato il governo (che dovrà poi contribuire con la cassa integrazione, ndr) ma su questo ci sentiamo responsabili». Per quanto riguarda invece il progetto di reindustrializzazione dello stabilimento di Spini, «su questo il richiamo all’azienda dev’essere corale - avverte Olivi - quindi ben venga l’impegno del governo».
Il ministro ha poi allargato il ragionamento alle altre crisi industriali sul tappeto, a partire da Indesit e Natuzzi. «Ci sono una serie di realtà in cui il mercato è fortemente diminuito e le attività risultano sovradimensionate rispetto alla domanda - osserva il ministro - dobbiamo dove possibile riconvertire le produzioni, qualificarle, occupare fasce di mercato dove possiamo essere competitivi. Cogliere la crisi non come un elemento su cui disperati dobbiamo adagiarci, ma come un elemento che ci obbliga ad essere più capaci di competere sui mercati internazionali». «Perché la sfida - avverte - è tutta là, chi esporta oggi non va male, il problema è di chi non riesce a esportare in modo competitivo». «Non sono affatto scettico sulla ripresa economica in tempi brevi, sono uno di quelli che con l’ottimismo della volontà e la prudenza dell’intelligenza cerca di spingere in quella direzione». Oggi intanto sarà un’altra giornata importante per la Whirlpool in vista del nuovo incontro sindacati-azienda di domani: a Cassinetta manifesteranno i lavoratori di tutti gli stabilimenti italiani, solidali con i colleghi che rischiano il licenziamento, a Trento il consiglio provinciale dedicherà una seduta al caso Whirlpool e a Roma il presidente Pacher ne discuterà con il ministro del lavoro Giovannini.
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