Whirlpool al setaccio ma non c’è l’innesco

Lavoro certosino dei vigili del fuoco per l’incendio che aveva devastato il capannone in settembre



TRENTO. I vigili del fuoco hanno fatto un lavoro certosino controllando centimetro dopo centimetro tutto il capannone della Whirlpool che a metà settembre era stato devastato da un incendio. Una ricerca finalizzata a trovare un innesco, qualsiasi cosa che potesse far ritenere che le fiamme fossero dolose. Una ricerca che non ha dato frutti. O meglio, una ricerca attentissima che ha permesso ai periti di appurare che all’interno di quel capannone non c’è nulla che possa portare l’ipotesi investigativa verso il dolo. E quindi si tornerebbe all’idea iniziale, ossia che la causa del rogo sia accidentale. E questa novità fa vedere sotto un’altra luce possibile anche il ritrovamento del timer in un altro capannone della multinazionale. Potrebbe trattarsi, infatti, di un’azione posteriore all’incendio. Una delle possibilità, quindi, è che l’incendio sia stato effettivamente accidentale e che qualcuno, forse per rendere tesa l’atmosfera all’interno della fabbrica, abbia deciso di mettere il timer poi ritrovato. Timer sul quale non sono state trovate impronte digitali e che è stato confezionato con materiale facilmente reperibile da tutti e quindi non indicativo di chi possa averlo predisposto. Per quanto riguarda la telefonata anonima arrivata al nostro centralino e che metteva in allerta per una bomba (allarme che si è rilevato assolutamente falso ma che aveva provocato l’interruzione dei lavori all’interno dello stabilimento e l’evacuazione di tutti i lavoratori) all’interno della fabbrica, sono stati fatti degli accertamenti e altri ne saranno fatti per cercare di dare un nome e un volto alla persona che ha chiamato. Insomma, le verifiche da parte di investigatori e procura fanno avanti.













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