Vitalizi, in sedici anni spesi 172 milioni di euro

Con l’attualizzazione un risparmio di 3,2 milioni l’anno. Ma andrà in fumo se gli ex dovessero tornare all’assegno intero


di Chiara Bert


TRENTO. Letto così, il dato fa impressione: per i vitalizi agli ex consiglieri la Regione ha speso in 16 anni - dal 1998 al 2013 - la cifra record di 172,1 milioni di euro. La metà, per avere un ordine di grandezza, di quanto costerà il nuovo ospedale. È solo uno dei tanti numeri contenuti nella relazione fornita ieri dal consiglio regionale alla prima commissione legislativa che sta esaminando (e lunedì voterà) i disegni di legge di riforma dei vitalizi. Due sono le cifre di maggior interesse, che mettono a confronto la situazione prima e dopo la legge regionale 6 del 2012, quella che doveva ridurre le indennità ed eliminare i vitalizi e si è trasformata nel boomerang dei «vitalizi d’oro»: la legge del 2012 ha effettivamente fatto risparmiare alla Regione circa il 26%, riducendo la spesa per i vitalizi a 9,3 milioni nel 2014; ma se - con la nuova riforma ora in discussione - gli ex consiglieri che hanno attualizzato decidessero di ritornare all’assegno intero (seppur ridotto del 20%), di fatto il risparmio si annullerebbe e la spesa complessiva aumenterebbe di 3,5 milioni all’anno.

La situazione prima del 2012. Ecco dunque il confronto: nel 2012 la spesa per gli assegni vitalizi e di reversibilità è stata di 12.514.000 euro e nel 2013 di 12.560.000 euro, a cui vanno tolti 465 mila euro di contributo di solidarietà versato dagli ex consiglieri. Ora, la scelta del 2012 di attualizzare una quota degli assegni vitalizi (ovvero una liquidazione anticipata sulla base dell’aspettativa di vita) è stata adottata tenendo conto che la spesa per i vitalizi metteva a rischio il sistema: la tenuta sarebbe stata garantita solo con una resa costante dei fondi pensione di almeno il 3,7% all’anno.

Dopo la legge del 2012. Lo scandalo delle liquidazioni d’oro per decine di milioni di euro, frutto delle somme attualizzate agli ex consiglieri, ha fatto perdere di vista un dato che gli artefici della legge del 2012 hanno sempre rivendicato: ovvero che il risparmio, per le casse della Regione, c’è stato. A seguito dell’attualizzazione dei vitalizi, infatti, la spesa stimata per il 2014 si è ridotta a 9,3 milioni all’anno, un calo del 26% (3.250.000 euro) rispetto al 2013, a cui si aggiungerà il risparmio futuro dato dalla riduzione degli assegni di reversibilità (ridotti al 60% dell’assegno base di 4127 euro lordi). Nel dettaglio, la spesa per l’anno in corso risulta suddivisa così: per gli assegni vitalizi diretti che spettano a 80 consiglieri (che la riforma del 2012 ha ridotto rispetto al vecchio regime proprio a seguito dell’attualizzazione) la spesa stimata è di 3.960.000 euro all’anno; per gli assegni vitalizi erogati ai 9 ex consiglieri che non hanno optato per l’attualizzazione, e dunque hanno mantenuto il vecchio vitalizio, la spesa è di 829.896 euro all’anno; per gli assegni a 34 ex consiglieri che non sono stati attualizzati perché sotto la soglia fissata, la spesa è di 1,2 milioni; infine, per gli assegni di reversibilità che spettano a 62 vedove di ex consiglieri, si spenderanno 2,5 milioni. Totale, 9,3 milioni.

La nuova riforma. L’attuale proposta di riforma, che dovrebbe approdare in consiglio a inizio luglio, dà ai consiglieri una doppia opzione: possono vedersi decurtare l’attualizzazione e il vitalizio, oppure restituire tutto quello che hanno ricevuto come attualizzazione e tornare all’assegno intero.

Risparmio in fumo. Questa possibile opzione rischia però di rivelarsi un boomerang: le proiezioni consegnate ieri ai commissari mostrano infatti che, qualora tutti gli ex tornassero all’assegno intero, la spesa per la Regione aumenterebbe di circa 3,5 milioni all’anno, per 80 beneficiari il cui importo medio lordo era di 7.812 euro. Se invece l’opzione fosse scelta da metà dei beneficiari, il maggior costo sarebbe di 1,7 milioni.

Indennità. Con la riforma del 2012 che ha ridotto le indennità dei consiglieri (portandole a 10500 euro lordi al mese), la spesa si è ridotta di 2,9 milioni, da 13 milioni a 10,1 milioni (-22,6%). Complessivamente il consiglio regionale risparmierà a regime oltre 6 milioni all’anno tanto che l’assegnazione della Regione è stata ridotta dai 17 milioni del 2013 ai 10 del 2014.Risparmi - si legge nella relazione - che sono stati dirottati a finanziare gli interventi del «pacchetto famiglia».













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