Vitalizi, i Verdi chiedono l'abolizione del voto segreto

«Così si evitano i franchi tiratori». Serve una modifica al regolamento del consiglio, Moltrer apre



TRENTO. L’approvazione della riforma dei vitalizi, che i presidenti Rossi e Kompatscher vorrebbero approvata prima della pausa estiva, potrebbe essere questione di un pugno di voti in consiglio regionale. Quella che negli auspici dovrebbe essere una riforma approvata a larga maggioranza, sta via via incontrando molte prevedibili resistenze.

Lo sanno bene i consiglieri, a partire da quelli di maggioranza dove sono in molti ad essere direttamente interessati dai tagli alle maxi-liquidazioni finite al centro dello scandalo. Ugo Rossi sembra aver ricompattato la sua coalizione dopo un vertice in cui ha consegnato ai capigruppo le simulazioni dei tagli. Pesano però, a Bolzano, le incognite sulla tenuta della Svp.

Sul fronte delle minoranze, l’opposizione si è fin qui mosse in ordine sparso: sul tavolo ci sono già un disegno di legge del Movimento 5 Stelle e uno di Rodolfo Borga (Civica), ma a breve ne arriverà uno anche dei Verdi. Ecco dunque spiegato il perché il voto sulla riforma è tutto fuorché scontato.

Ed ecco spiegata la richiesta dei Verdi altoatesini di modificare il regolamento d’aula, abolendo il voto segreto che oggi è obbligatorio in consiglio regionale, una riforma già attuata in consiglio provinciale.

Meglio non rischiare sorprese con i franchi tiratori, quando arriverà al voto la nuova legge sui vitalizi, è la motivazione dei Verdi. «Chiediamo di eliminare dal regolamento interno del consiglio la norma per cui il voto finale sulle leggi avviene obbligatoriamente per voto segreto - ha spiegato il capogruppo regionale Hans Hiess - e chiediamo di sostituirla con questo testo "Il voto finale sui progetti di legge si dà per alzata di mano o, se richiesto, per appello nominale". In questo modo si evitano imboscate nel segreto dell'urna di possibili franchi tiratori». Il timore- dichiarato - è che la legge sui vitalizi possa cadere nel segreto dell'urna. Da parte sua, il presidente del consiglio regionale Diego Moltrer non chiude alla proposta e si è detto «politicamente favorevole» all’eliminazione dell’obbligo del voto segreto sulle leggi regionali. «Ma è una mia opinione», ha subito precisato consapevole che si tratta di un terreno scivoloso, «bisogna ora verificarne la praticabilità». E c’è già chi paventa il rischio che mettere mano al regolamento significhi aprire ulteriori fronti di scontro in un clima già surriscaldato. L’attesa è tutta per il vertice allargato di mercoledì prossimo, quando i capigruppo incontreranno i presidenti delle due Province, Rossi e Kompatscher, e i consulenti: sul tavolo ci saranno i pareri di tutti gli esperti, nominati dalla giunta e dall’Ufficio di presidenza, con l’obiettivo di arrivare ad una sintesi. Ma la strada è ancora in salita.













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