Vitalizi, i ricorsi degli ex? «Andremo fino in fondo»
Il presidente: «Il 22 maggio va presentato il disegno di legge». Ma avverte: «Rischiamo di andare al ribasso, la classe dirigente di livello va retribuita»
TRENTO. «Se vogliamo essere seri, il 22 maggio (giorno in cui è convocata la prima commissione regionale, ndr) dovrà essere depositato un disegno di legge di riforma dei vitalizi, con le firme dei capigruppo».
Presidente Rossi, prevede che saranno molte le firme in calce al disegno di legge?
Non credo che ci saranno tutte perchè c’è ancora chi insiste che è possibile cancellare tutto, pur di fronte all’evidenza totale che dire “cancelliamo tutto” significa non fare niente. Ma la questione oggi è nelle mani delle forze politiche. La giunta regionale ha fatto il suo lavoro e ha pronto un disegno di legge che non depositeremo ma trasmetteremo lunedì all’Ufficio di presidenza come contributo.
Il neopresidente dell’associazione degli ex consiglieri Franz Pahl ha detto che non accetteranno nuovi tagli. Si aspettava questa reazione?
Non conosco Pahl, io ho fatto il mio lavoro e penso di averlo fatto bene.
Non è preoccupato dei ricorsi che arriveranno?
Il legislatore deve porsi il problema di fare una revisione della legge ragionevole ed equa. Se è così, dal punto di vista costituzionale si possono fare interventi retroattivi. Noi non possiamo impedire a nessuno di presentare ricorsi, ma noi andremo avanti e sosterremo le nostre ragioni fino in fondo.
Un’associazione privata, quella degli ex consiglieri, è stata riconosciuta nel comitato consultivo Fondo Family. Questo funziona ancora in prospettiva?
L’ipotesi di legge a cui stiamo lavorando evidentemente svuota di contenuti il Fondo Family perché le quote del fondo in possesso dei consiglieri saranno trattenute a compensazione delle restituzioni. E il fondo viene soprattutto svuotato perché non era corretto che ci fosse una quota di versamenti pubblici a garanzia di rendimenti che vanno a beneficio di privati.
Quanto sta pesando lo scandalo vitalizi sull’azione del suo governo?
La questione ha assunto uno spazio tale che ha compromesso il dibattito sugli altri temi e questo rischia di essere pericoloso. Perché se è ragionevole riportare retribuzioni e prebende a criteri di equità, è altrettanto ragionevole che una classe dirigente di valore va retribuita in modo adeguato. Se noi oggi dovessimo scegliere all’esterno un direttore generale della Provincia con doti manageriali, quello che diamo ai nostri dirigenti sarebbe insufficiente. Qualsiasi società di selezione di personale di alto livello si rifiuterebbe, e così corriamo il rischio di andare al ribasso. E confesso che oggi mi pesa un clima dove tutto si concentra su quanto guadagnano consiglieri e assessori. Io invece penso che il tema debba essere quanto lavorano e che risultati producono.