Vigili del fuoco, basta con le caserme "extra large"
La giunta pone limiti al finanziamento delle nuove strutture: "In qualche caso sono state effettivamente fuori scala"
TRENTO. Basta con le caserme dei vigili del fuoco "extra large". La Terza commissione ha iniziato la discussione della delibera che detta i criteri per le caserme dei 237 corpi dei Vigili del fuoco volontari. La delibera è stata presentata, al posto di Tiziano Mellarini, dall’assessore Mauro Gilmozzi il quale ha affermato che nel tempo si sono resi necessari criteri per il finanziamento delle caserme dei Vvff. Non ovunque, ha affermato, devono esserci le stesse attrezzature e le stesse soluzioni edilizie, ha detto, e i criteri parlano di questo: cioè del rapporto vigili - numero di abitanti, delle dotazioni tecniche e degli spazi per le caserme. Si devono adattare i criteri alle capacità di spesa, al tempo stesso assicurando a tutti i corpi ciò che serve. Ma, ha sottolineato più volte, i rapporti della Giunta con il volontariato, non cambiano, anzi.
L’ingegner Bertoldi, dirigente generale della Protezione civile, ha ricordato che ci sono sei sette caserme ammesse al finanziamento dal Fondo antincendi con contributo non ancora concesso e tre sul Fut. Tutti i corpi, ha affermato il dirigente, hanno bisogno di una sede decente per operare ma ultimamente si è avuta contezza di caserme fuori scala. Applicando questi criteri si otterrà qualche risparmio per intervenire sulle caserme messe male, che non mancano. Ecco i tetti di spesa per le nuove caserme. Nel concreto i nuovi criteri non sono più legati al numero dei vigili ma quello degli abitanti di comuni e frazioni. E’ stato posto un tetto alle spese di realizzazione delle caserme (costruzione, area, attrezzature radio) di 900 mila euro per comuni e frazioni sotto 700 abitanti; 1 milione e 200 mila euro per quelli da 700 abitanti ai 3 mila; di un milione e 600 mila dai 3000 ai 10 mila; ai 2 milioni e mezzo per quelli oltre i 10 mila.
La delibera prevede un incremento di 400 mila euro per le sedi delle unioni distrettuali. Anche l’acquisto dell’area è sottoposto ai nuovi criteri perché anche in questo caso, è stato ricordato nella seduta della Terza commissione, in alcuni casi si è andati fuori scala. E’ stato messo un limite ai volumi del lotto ed è previsto un parere di congruità sul valore degli espropri. Limiti anche sul tipo di pavimentazione, e sui volumi delle stanze riunioni che dovranno essere condivise dai vari corpi della Protezione civile. Ma, ha ricordato il dirigente, nei nuovi criteri ci sono anche quelli che determinano i volumi necessari per rendere le caserme funzionali perché, se ci sono state esagerazioni, non vanno dimenticati i casi di sedi assolutamente inadeguate.