"Vietare le scuole ai non vaccinati? Non possono farlo"
Parla Miriam Veneri Scarsi, presidente del coordinamento nazionale danneggiati: "Sarebbe incostituzionale"
TRENTO L’ipotesi annunciata giovedì (già ieri però ritrattata) che il governo potrebbe vietare la scuola a chi non si vaccina, non la preoccupa. Miriam Veneri Scarsi, presidente del Coordinamento nazionale danneggiati da vaccino (Condav) commenta: «Sarebbe una decisione anticostituzionale. La cura da scegliere concerne la sfera dei diritti umani, ed in Italia c’è libertà di scelta. È come per i testimoni di Geova, che non accettano le trasfusioni di sangue. Nessuno può imporre una cura, tanto più se è accertato che può creare danni collaterali».
E intanto cresce il partito del "no" a livelli che - secondo l'azienda sanitaria del Trentino - sono preoccupanti.
La vicenda di Miriam Veneri Scarsi è nota. È la madre di Federico, oggi trentottenne, che ha subito un danno, riconosciuto, per le vaccinazioni sostenute da piccolo. «Ci siamo battuti per anni - spiega la signora Miriam - per avere il riconoscimento del danno causato dalle vaccinazioni ed ora riceviamo anche un indenizzo. Mio figlio ha riportato un’“atassia di modico grado”, che vuol dire un rallentamento nello sviluppo motorio ed ha una lesione al nervo ottico. Nonostante tutto, con la sua grande forza di volontà, Federico ha frequentato la scuola ed oggi ha un lavoro che lo gratifica. Ha incontrato un angelo, è la bibliotecaria di Malé Francesca, che gli ha dato una mano ed ha avuto fiducia in lui. Noi l’abbiamo sempre sostenuto e continuiamo la battaglia perché non ci siano più casi di danneggiati dal vaccino».
Miriam Veneri Scarsi spiega che la sua storia si sta ripetendo con la nipote, figlia di sua figlia, anch’essa a rischio perché in seguito ad esami medici le sono stati riscontrati caratteri autoimmuni dominanti. «Non sono contraria alle vaccinazioni - precisa Miriam - ma non possono essere imposte. In altri Paesi europei non sono obbligatorie, così come altre regioni italiane hanno deciso la non obbligatorietà e di non sanzionare più i genitori obiettori. Non si capisce perché vengano imposti sei vaccini, quando quelli obbligatori sono quattro: l’antidifterica, l’antitetanica, l’antipoliomielitica e l’antiepatite virale B. Perché i bambini sono costretti a affrontarle tutte insieme? Sono convinta che dietro queste decisioni ci sia la lobby della case farmaceutiche, che hanno guadagni enormi».
Sul tema, Miriam Veneri Scarsi segnala la conferenza pubblica che si terrà il 20 novembre, organizzata dall’associazione Vaccinare Informati del Trentino Alto Adige. L’incontro s’intitola “Vaccini e salute: il diritto all’informazione per una scelta consapevole” e si terrà nell’aula magna del collegio Arcivescovile, alle ore 20. Relatori la dottoressa Sabina Eck, medico del gruppo Assis e Goffredo Chiavelli, pediatra.