l'incendio

«Vent’anni di lavoro sono andati in fumo»

La disperazione dei gestori storici del rifugio Tonini, Narciso e Hana sono stati gli ultimi a tornare a valle


di Giannamaria Sanna


TRENTO.«Sono ventitré anni di lavoro che se ne sono andati in fumo» ha detto sconsolato Narciso Casagranda abbracciando Hana Poncikova e guardando il suo Rifugio Tonini avvolto dalla fiamme. Parole a cui ha risposto, d’impeto, tutto il popolo della montagna e, in particolare, gli amici del coro Costalta, che gli mandano a dire “el nos Rifugio Bianco speriamo possa ritornare come l’abbiamo lasciato in settembre, con la cerimonia di chiusura della stagione estiva”.

In fiamme il Rifugio Tonini Sul posto già al lavoro decine di vigili del fuoco. Distrutta la malga-bivacco, nessun ferito

Anche la Sat - proprietaria del rifugio - è voluta salire in quota con i propri rappresentanti: «Siamo vicini ai gestori - ha detto il presidente Bassetti - che con il loro lavoro hanno conquistato tanti appassionati della montagna e ora sono comprensibilmente molto provati».

Il rifugio Tonini, sui versanti occidentali del Lagorai, è sempre stato un ambiente frequentato da moltissimi trentini nel periodo estivo e da qualche tempo anche in inverno perché i due coniugi hanno saputo creare un’atmosfera molto simpatica e familiare, comprensiva anche di colonna sonora. Per gli abitanti dell’altopiano, poi, andare al Tonini era una passeggiata da fare tutto l’anno per partecipare sempre con molta allegria a tutti gli eventi che i coniugi Casagranda hanno ideato: dai sabati in notturna, con le ciaspole, all’organizzazione di compleanni, celibati o di ricorrenze da gustare assieme agli amici a cena o pranzo, dal tortel de patate con affettati e verdure. Tutto era possibile al Tonini.

La costruzione del rifugio era stata resa possibile dalla famiglia Tonini e in particolare da Chiara, Leo e Serenella i figli dell’ingegner Giovanni Tonini che hanno voluto ricordare il loro papà, appassionato pittore e alpinista, morto a Baselga di Pinè nel 1972. In occasione dell’inaugurazione il rifugio è stato donato alla Sat che ha provveduto ha ristrutturare, nel 2000, la parte stallone, poco sopra il rifugio: l’unica ancora intatta.

Tra il 2010 e il 2011 il rifugio è stato completamente rifatto ma nel 2014 una specie di corto circuito fece saltare la caldaia. In quell’occasione tutto si era risolto con alcuni mesi di stop. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e rifare tutto. 













Scuola & Ricerca

In primo piano