Variante Prg, accolte 90 osservazioni

Tione, giovedì approda il documento che solleva le critiche dell’opposizione: «Si rischia di snaturarne l’impostazione»


di Ettore Zini


TIONE. A Tione, mentre impazza il carnevale, negli uffici comunali ci si prepara a quello che unanimemente è riconosciuto come il consiglio più importante della legislatura. L’appuntamento è per giovedì 6 marzo. L’argomento è la pianificazione urbanistica. In ballo c’è la variante generale al Prg, che si fa per dire, resiste dal 1995. Quando fu redatto dagli architetti Franco e Serena Mancuso: due luminari, in campo di programmazione urbanistica, che avevano dato una moderna connotazione all’abitato. Impostazione che è andata persa, con variazioni e modifiche che ne hanno in parte snaturato la programmazione iniziale.

Oggi, sul piatto ci sono 180 richieste di varianti da parte di privati. Che, se accolte, potrebbero cambiare i connotati di tutta la pianificazione urbana. «Tanti rigagnoli – dice con voce critica il geometra Adriano Maraner, che tra l’altro, ai tempi dell’approvazione del Prg era membro dell’equipe tecnica – che, se approvati, potrebbero diventare un fiume in piena, capaci di travolgere i parametri della programmazione urbanistica». Di avviso contrario è l’amministrazione comunale che, anzi, vede in questa “adozione” un’opportunità da non perdere. Anche in funzione della crisi edilizia in corso.

L'ha scritto il sindaco Mattia Gottardi nell’ultimo notiziario comunale. Dove spiega che, dopo tanto tempo, troveranno risposta molte osservazioni presentate dai cittadini, dettate sia da esigenze abitative che lavorative. «I principi ispiratori della variante – chiarisce il sindaco – sono rappresentati dalla necessità di dare risposta a chi ha esigenze abitative, e dalla volontà di ridare slancio ad un settore, quello edilizio». Una revisione sostanziale del Piano per dare ossigeno al settore edile e consentire nuove case a Tione e Saone. Non a caso, prendendo in esame la documentazione (le varianti accolte sono circa 90), ci si rende conto che, allo schema originario, è stata aggiunta una nuova categoria: la C2. Vale a dire “Residenziale prima casa”. Dove i richiedenti, con requisiti passati al vaglio del servizio urbanistico, potranno costruire un volume massimo di 1.000 metri cubi, indipendentemente dalla superficie del lotto. E che avranno 10 anni di tempo (5 per il ritiro della licenza, 5 per costruire l’immobile) per portare la residenza nella nuova abitazione. Pena il decadimento del diritto acquisito. Vale a dire l’inabilità della casa. «Requisiti piuttosto farraginosi – dice il consigliere Maraner – da verificare in sede di consiglio». «Anche perché – spiega – la variante che interessa diverse famiglie, rischia davvero di diventare uno spot elettorale per la maggioranza e un danno per il paese. Più che osservazioni, quelle presentate, sono variazioni a richiesta».

Gli effetti deleteri sono chiari ancor prima della delibera in consiglio comunale. Gli esempi? Villa Augusta, uno dei caseggiati storici della borgata, da restauro conservativo è passata a risanamento, così come altri edifici del centro hanno mutato destinazione. Per non parlare dell’unico albergo rimasto (il Park Hotel) non sottoposto a nessun vincolo. O dell’assessore di Saone che si potrà costruire una casa sul limitare del bosco, fuori dalla cintura urbana.













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