«Valsugana scordata per troppi anni su strade e sanità»
Il consigliere provinciale si candida alla Camera nel collegio «Io qui ho fatto decine di gazebo, altri alieni a caccia di voti»
TRENTO. I fondamenti di economia politica ed industriale li ha appresi con il professor Romano Prodi di cui conserva la firma sul libretto degli esami dell’Università di Bologna. Che poi Maurizio Fugatti non abbia seguito, politicamente, le idee di Prodi è un’altra faccenda. Il segretario della Lega Nord, già parlamentare ed a attuale consigliere provinciale, è in corsa per tornare a Roma, alla Camera, nel collegio della Valsugana. «Collegio di ferro» dal punto di vista dei competitors visto che con Fugatti sono in lizza Lorenzo Dellai (Civica Popolare) e Riccardo Fraccaro (M5S) per restare ai tre schieramenti maggiori.
Fugatti che idea si è fatto di questa sfida? Che cosa le dice la gente che incontra nel collegio?
«Vuole sapere che cosa ci dicono? Di essere presenti da queste parti, in Valsugana ma non solo ora, anche dopo il 4 marzo. Adesso in campagna elettorale ci sono tutti. Ma molti, sono degli alieni, sbarcati per chiedere consensi e che non si faranno mai più vedere sul territorio. Al sottoscritto questa è una critica che non può fare nessuno: in questo collegio negli ultimi cinque anni sono venuto a fare dei gazebo, a ascoltare la gente, decine e decine di volte. Io ho cercato di rappresentare le istanze del territorio: non tutti possono aver condiviso il mio modo di rappresentarle ma non si può negare la mia presenza. Fisica».
Lei insomma garantisce che sarà nelle valli del suo collegio anche dopo l’eventuale elezione...
«Io non ne ho problemi. Da sempre il lunedì mattina apro la sede della Lega Nord di Avio e rimango per un’ora a disposizione. Se eletto aprirò un ufficio in Valsugana ed ogni settimana sarò presente».
Quali sono le criticità che le sono state rappresentate?
«La Valsugana è una valle dimenticata dalle istituzioni provinciali. Sotto l’aspetto dei servizi sanitari, sull’ospedale di Borgo Valsugana, era stato firmato un protocollo d’intesa già nel 2006, quando è stato chiuso il punto nascita, che è tutt’ora disatteso. Le guardie mediche in Tesino ed in valle di Fiemme tagliate dalla giunta, il punto nascita di Cavalese chiuso nonostante la mobilitazione e le proteste della comunità».
Qualche problema è emerso sul piano delle comunicazioni. Una strada statale, sempre in Valsugana, molto pericolosa.
«Certo, che attende da decenni soluzioni strutturali. Ma ora, in campagna elettorale, c’è Lorenzo Dellai che lancia nuovi progetti di Valdastico. Dopo 20 anni che ha governato la Provincia ora, sul collegamento in questione, ha cambiato idea. Saggio da una parte, imbarazzante (e desta sospetto) che lo si faccia in vista del voto. Noi da molto tempo chiediamo un’uscita a Rovereto sud della Valdastico e ribadiamo quest’approccio».
Accoglienza stranieri ed immigrazione. Cavallo di battaglia della Lega: converrà però che è un problema europeo/mondiale e che non si può risolvere con “un tutti a casa e buonanotte”.
«Non c’è dubbio che si tratti di una questione che va oltre in confini del Trentino. Ma è anche vero che la Provincia ha esagerato nel mettere in campo l’accoglienza degli stranieri. Anzi, lo Stato ha atteso troppo a mettere in atto i blocchi navali che, con il ministro Minniti, hanno poi dato i giusti frutti. Ora ci sono decine di migliaia di persone da rimpatriare».
Diceva del Trentino...
«Qui abbiamo sbagliato a dire sempre di sì a Roma, e poi c’è stato un eccesso di accoglienza. A cosa mi riferisco? Al fatto che qui si dia ai richiedenti asilo una tessera per viaggiare gratis su tutti i mezzi pubblici del Trentino. Ma per quale motivo? E i trentini che pagano l’autobus cosa debbono dire? Ma non si giustifica nemmeno una tessera da 150 euro al mese che i richiedenti asilo dovrebbero utilizzare per fare la spesa nei supermercato ma che a noi risulta, in tanti casi, venga usata per comprare alcolici, sigarette, ricariche telefoniche. Si è sbagliato a dire sempre sì e in questo eccesso di solidarietà che si traduce in ingiustizia sociale contro i trentini».
Che dice del giuramento sul Vangelo di Salvini?
«Non capisco tutto questo scalpore né si giustifica la condanna della Cei. Ha giurato su un simbolo dei nostri valori».(g.t.)