Valsugana, quella strada della morte
La SS 47 è al sesto posto della classifica nera in Italia con 69 decessi ogni mille incidenti. Un pericolo continuo
LEVICO TERME. «Ho sfiorato l’incidente di domenica per un pelo – dice l’assessore Andrea Bertoldi –. Mi trovavo un paio di macchine più avanti della Touran e ho sentito il fragore dell’impatto alle mie spalle. Ho chiamato subito i vigili urbani per far deviare il traffico e ho visto arrivare i soccorsi in pochissimi minuti».
Ma che si può fare per la sicurezza? «È un problema che riguarda la Provincia – dice ancora Bertoldi –, ma noi siamo costantemente in dialogo con loro e torneremo a farci sentire sulla questione. Venerdì è programmato da tempo un incontro con l’assessore Gilmozzi che viene a parlare di mobilità in Valsugana. Sarà un’occasione per parlare anche di questo». Sono almeno quarant’anni che il problema della sicurezza sulla SS47 incombe sulle amministrazioni di tre Province, 131 km da Padova fino a Trento. Ogni anno su questa strada si versa un alto tributo di sangue per incidenti gravi e anche mortali. Digitando su un motore di ricerca “pericolosità SS47” si ottengono quasi 7000 voci, scorrendo le quali si può almeno farsi un quadro generale del problema rappresentato da questa strada, da molti considerata sottodimensionata per il traffico di oggi.
A onor del vero, gli automobilisti che passano il confine provinciale si accorgono di essere arrivati in Trentino per lo stato del manto stradale che in molti tratti veneti presenta, invece, deformazioni con diverse buche, alcune decisamente pericolose, e vari punti di distacco del conglomerato bituminoso. Ma in Trentino non sembra tanto la mancanza di manutenzione ordinaria la causa di tanti incidenti, sono piuttosto i tratti a una sola corsia per senso di marcia, oppure quelli che invitano a correre in prossimità di dossi e curve dalla visibilità scarsa, o anche i pochi controlli con Speedcek fissi, per non parlare degli innesti a raso, pericolosi anche perché in barba ai divieti si può correre rischiando di non accorgersi in tempo di quello che uscirà da un passo carraio, un cortile, un'azienda, una stradina.
La prima curva pericolosa si trova già al km 13,900, sulla sinistra per chi va a nord, ma sono moltissimi i punti critici denunciati dagli utenti in rete. Un blogger osserva «nella smorfia napoletana il 47 sta per "il morto" e chissà quale preveggente classificatore delle vie di comunicazione italiane ha affibbiato alla statale della Valsugana questa sigla, un po' lugubre, ma perfettamente aderente. Un tecnico del comune di Levico ci fa capire che il problema è “politico”: «Sono cose più grandi di noi – ci dice al telefono – che riguardano la politica provinciale. In Comune ci occupiamo di cose molto al di sotto di queste».
Sempre navigando in internet si trovano molte proteste per l’inquinamento che il traffico veicolare pesante sulla SS47 porterebbe, soprattutto in ambiti “stretti” come la Valsugana, ma pochi comitati alzano la voce per tentare di arginare la strage di una strada pericolosa, al sesto posto della classifica nera in Italia, con 68,97 morti ogni mille incidenti e un indice di gravità pari a 48,78 decessi ogni mille infortunati.
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