«Valdastico certa, il nodo è dove passare»
Tosi (A4): «Opera in esercizio nel 2024. Caldonazzo o Besenello? Partita aperta, certo la strada non finirà tra i campi»
TRENTO. «Su tutto si può discutere, tranne su una certezza: la Valdastico si farà». Così l’ex sindaco di Verona e presidente della società autostradale A4, Flavio Tosi, interviene dopo le condizioni che il governatore Ugo Rossi ha indicato l’altro giorno in consiglio provinciale per il collegamento con il Veneto.
Presidente Tosi, le condizioni di Rossi sono un ulteriore passo verso la realizzazione dell’opera. Che ne pensa?
Penso che il completamento della Valdastico nord sia una certezza. Non perché lo dico io, ma perché l’ha detto il governo, non più tardi di 9 giorni fa, alla festa per i 65 anni di A4.
A che punto siete?
Abbiamo l’autorizzazione e siamo in attesa di partire con i cantieri per il tratto veneto. È chiaro che il ministero delle infrastrutture non ci farebbe andare avanti, con un investimento del genere se non ci fosse la certezza di completare i lavori. Già ora si tratta di una cattedrale nel deserto, ci manca solo di spendere 1,2 miliardi per arrivare ai confini del Trentino e fermarsi in galleria. È chiaro che il ministero ha la “certa certezza” di completare l’opera.
Sul tracciato però non ci sono altrettante certezze.
Il tratto veneto arriva fino al confine fisico con la Provincia di Trento (che è in galleria) e non è in discussione: non cambierà. La parte in discussione - ripeto: a livello di tracciato - è quella trentina.
Il governatore Rossi sostiene che non si tratterà di un’ autostrada.
Il tipo di interconnessione è il vero nodo: è qui il dibattito. Noi sappiamo della volontà trentina di non interconnettere la Valdastico con la A22. Ma è anche evidente che la Valdastico non può finire in mezzo ai campi. Si tratta di trovare un ragionevole allacciamento alle due arterie che non deve essere una “viabilità di campagna” ma una viabilità di primo livello.
Stiamo parlando dello sbocco a Caldonazzo?
Questo è ancora il grande tema dell’interconnessione, che però non dipende da noi. Passare dalla Valsugana e quindi decidere se passare a nord o a sud di Trento? Realizzare una tangenziale? Noi (A4) siamo i tecnici e queste risposte devono essere trovate all’interno della trattativa fra Veneto, Trento e il ministero.
Non esistono punti fissi nella scelta tra Valsugana e Besenello?
No. È una partita aperta. L’unica cosa certa è che un’autostrada con due corsie per ogni senso di marcia (di questo stiamo parlando) non può finire su una strada di quartiere.
Il presidente Rossi chiederà un cambio del nome. È possibile?
Per noi “nulla quaestio”, nessun problema. I nomi li decidono le pubbliche amministrazioni e il ministero.
E chi paga?
Non paga il Veneto, ma la A4. Si tratta di un’opera che è già nel piano finanziario della A4 per un importo complessivo di 2 miliardi di euro. Se questo importo per accordi tra le parti (ripeto: Veneto, Trentino e ministero) dovesse cambiare (mi immagino al rialzo) semplicemente si cambierà il piano finanziario. Per noi questo non è un problema: tutte le nuove realizzazioni si pagano con i pedaggi delle autostrade già esistenti. Se i costi aumenteranno si interverrà sui pedaggi delle autostrade di A4, non solo la Valdastico. Ormai funziona così ovunque.
Il governatore Rossi ha parlato anche di elettrificazione della linea ferroviaria della Valsugana e di accordi sulla viabilità in Valsugana
Questo fa sempre parte degli accordi tra le parti, quindi con il Veneto e Roma.
Avete una tabella di marcia?
Dobbiamo mettere in esercizio la nuova autostrada entro il 2024, questo è il programma concordato con il ministero.
Si tratta di tempi realistici?
Si tratta di tempi molto tirati. Parliamo di un’opera che richiede tre anni solo per la realizzazione. Ecco perché tra un anno (entro il 2018) vogliamo partire con i lavori fisici del tratto Veneto, cioè cominciare a scavare. Abbiamo un anno per la progettazione e la burocrazia.
In questo dibattito c’è una distanza gigantesca tra l’idea che si è formata nelle due comunità coinvolte. Quella che per i veneti è un’opera certa, in Trentino passa per un’opera impossibile. Come stanno le cose?
La verità è che l’autorità superiore per tutti è il ministero, che ha ribadito in maniera chiara che l’opera si fa.
E come si troverà un accordo?
Ci sono tutta una serie di partite convergenti: Trento, Bolzano e anche Verona hanno in ballo la trasformazione della concessione A22 in una società “in house” pubblica. Sia questa che la Valdastico sono partite che danno soddisfazione a tutti e quindi devono concludersi positivamente, perché il rischio contrario è che non ne vada in porto nemmeno una.