Val di Susa, nuovo arresto per Passamani

Domiciliari «bis» per il leader anarchico trentino dopo l’aggressione a una troupe di giornalisti. Perquisite due abitazioni



TRENTO. Questa volta l’ordine di arresti domiciliari arriva da Torino e ha raggiunto Massimo Passamani mentre si trova già ai domiciliari per l’altra inchiesta, quella trentina. Il provvedimento è arrivato nella casa roveretana del leader degli anarchici trentini, ieri mattina consegnato direttamente dagli investigatori della Digos di Torino che sono stati coadiuvati dai colleghi trentini. I reati che vengono contestati a Passami sono quelli di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, rapina impropria e danneggiamenti. Stessa accusa per un anarchico romano anche lui finito ai domiciliari. L’episodio risale al 29 febbraio scorso, nei pressi dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, nel tratto del comune di Chianocco. La troupe del Corriere.tv venne assalita da un gruppo di una quarantina di persone che, oltre a minacciare e costringere gli operatori ad allontanarsi, impedendo loro la realizzazione del reportage, sequestravano il loro veicolo e sottraevano ai malcapitati documenti e oggetti e danneggiavano le loro attrezzature tecniche. Le indagini fatte dalla Digos hanno portato poi in Trentino e in particolare a Massimo Passamani che negli ultimi tempi pare abbia conquistato un ruolo di primo piano anche all’interno del movimento no Tav. La Digos ieri mattina ha eseguito anche due perquisizioni a carico di una trentanovenne roveretana e un venticinquenne di Trento che vengono definiti «correi» (i reati contestati sono gli stessi) e sono indagati. Nelle due casa sarebbe stato trovato materiale di vario tipo che ora dovrà essere analizzato e valutato attentamente.

Ma l’inchiesta della procura di Torino non si è limitata all’aggressione ai giornalisti. In tutto i provvedimenti eseguiti ieri mattina sono stati 19 e oltre ai due arresti domiciliari per l’aggressione ce ne sono altri sette per l’occupazione della GeoValsusa che avvenne nel pomeriggio dello scorso 28 agosto a Torino. Si tratta di uno studio di geologi che stava partecipando a una gara per la progettazione di attività connesse alla Torino-Lione. Diciassette persone furono denunciate, a vario titolo, per furto in abitazione, violenza privata aggravata, violazione di domicilio, danneggiamento, violenza, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale e accensioni pericolose. I No Tav salirono al primo piano dell’edificio dove ha sede la ditta, uscirono sul balcone accendendo fumogeni e srotolando alcuni striscioni. Per questo episodio sono stati decisi 4 divieti di dimora a Torino e 6 obblighi di firma che toccano per la maggioranza esponenti dei due centri sociali torinesi Askatasuna e Gabrio. Il blitz è scattato alle prime ore dell’alba di ieri e oltre al Trentino ha toccato anche Piemonte, Lazio eLombardia impiegando diversi uomini della polizia.

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