Vaccinazioni, altri due bambini esclusi dalla scuola materna 

Le famiglie sono di Ischia e di Pergine. Ed a Calceranica  si replica la protesta e si prospetta un ricorso al Tar


di Franco Zadra


TRENTO. Non solo Calceranica. Altri due casi di bambini non vaccinati, uno a Ischia e l’altro a Pergine sarebbero al centro di una trattativa per evitare l’esclusione dalla scuola materna. Se infatti, come afferma Silvio Fedrigotti, dirigente del Dipartimento della salute, i bambini raggiunti dal provvedimento di esclusione a fine ottobre erano 38, non è detto che questi abbiamo iniziato a frequentare la materna. «Tra questi - aggiunge il dirigente Roberto Ceccato, del Dipartimento della conoscenza - ci sono casi di bambini iscritti e che poi non si sono presentati o casi di genitori che hanno accettato il decreto, perciò non sono arrivati alla ribalta della cronaca, come nel caso della famiglia di Calceranica». Il dirigente spiega infatti che a Calceranica c’erano 6 bambini non vaccinati, ma nei giorni scorsi le famiglie hanno preso l’appuntamento con l’Azienda sanitaria e l’esclusione è rientrata. Chi ha scelto la linea dura è invece la famiglia al centro della manifestazione di giovedì, che è stata replicata ieri.

Una sessantina di manifestanti, molti dell’Alto Adige, con striscioni davanti alla scuola materna hanno atteso l’arrivo della famiglia con il loro bambino. Ancora i carabinieri di Caldonazzo, questa volta più defilati, a garantire l’ordine pubblico, la polizia municipale con il sindaco, Cristian Uez, con la vicesindaca Cinzia Tartarotti, il consigliere regionale altoatesino Andreas Pöder, il consigliere comunale di Levico Terme, Maurizio Dal Bianco. Quando la famiglia arriva, verso le 8.30, entrano assieme al sindaco e agli altri rappresentanti istituzionali dal piccolo cancello verde della scuola, e sembra quasi che possano questa volta accedere. Ma non è stato così, era solo per separarsi dalla folla e continuare quel confronto con il sindaco Uez, il quale ha ribadito la validità legale del documento di esclusione che la famiglia ha ricevuto dalla scuola, invitandoli a impugnare quell’atto, se avessero voluto far valere le loro ragioni.

Pöder, Dal Bianco, come i molti assiepati davanti al cancello, tentavano di chiedere che comunque si facesse entrare il bambino a scuola per poi discutere la cosa tra i responsabili. Il sindaco Uez, verso le 9.30, ha invece proposto di spostarsi in Comune per discutere con calma a porte chiuse. Così è stato e la manifestazione di Vaccinare informati, con una posizione, è utile ribadirlo, molto diversa dai puri “No Vax”, si è spostata davanti al municipio. Alcuni genitori altoatesini hanno steso una coperta blu con meduse, pesci, e stelle marine, per i giochi dei bambini presenti sulla piazza, mentre gli striscioni colorati dei genitori facevano da corona, in attesa del verdetto. Verso le 11.30 la riunione si è sciolta ed è subito trapelato, anche da parte del consigliere Pöder, che si sarebbe trovato un accordo con i genitori e il dirigente dell’Asl di Pergine che permetterà molto probabilmente l’accesso del bambino alla scuola già da lunedì. «Hanno indicato – dice una mamma tra i manifestanti – la via dell’impugnazione della delibera provinciale, ma dovrebbe essere un consigliere che la porta avanti. Come genitori l’alternativa è il ricorso al Tar, ma è molto costosa e non così scontata».

Intanto, altri due genitori, un papà di Ischia e una mamma di Pergine, lamentano conseguenze riguardo alla loro scelta di non vaccinare i propri figli. «Questa mattina mi sono trovato – ha detto il papà – i vigili urbani davanti alla scuola. Appena li ho visti ho capito subito che erano lì per noi e volevo evitare che si ripetesse con mio figlio la scena che ho visto ieri davanti alla scuola di Calceranica. Così ho girato la macchina e sono tornato a casa, ma sono pronto ad avviare una battaglia legale perché vengano rispettati gli accordi che la scuola ha sottoscritto con me prima della legge Lorenzin». «Mi ha chiamato ora il sindaco di Pergine – ha detto invece la mamma che si aspetta una visita dell’assistente sociale – e sto andando ora in Comune per incontrarlo. Vuole tentare una mediazione con la famiglia anche se immagina che non ci sarà, perché queste sarebbero le indicazioni che provengono dalla Provincia, penso direttamente da Zeni».













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