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Uomo salvato in extremis dagli «angeli» delle casette

Trento, dramma sfiorato al Mercatino di piazza Fiera per un cinquantaquattrenne che deve la vita al defibrillatore dei commercianti-soccorritori del Lusernarhof



TRENTO. La differenza tra la vita e la morte, a volte, è questione di attimi, o al massimo di qualche minuto. Ne sa qualcosa un cinquantaquattrenne di Trento che ieri mattina è caduto dalle scale del parcheggio di piazza Fiera sbattendo violentemente la testa andando in arresto cardiocircolatorio.

Questione di attimi, si diceva, perché solo l’intervento provvidenziale di alcuni commercianti del Mercatino, volontari del soccorso e vigili del fuoco, hanno riacciuffato per un soffio la vita dell’uomo, salvandolo da una morte che sembrava inevitabile. Sono le 9.30 quando Andrea Zotti e mamma Dolores, espositori del ristorante Lusernarhof, mentre sistemano la loro casetta, avvertono delle grida provenire dall’ingresso nord del parcheggio di piazza Fiera. Mamma e figlio lasciano immediatamente la casetta e si precipitano verso le scale scavalcando la rete, dove trovano l’uomo già incosciente e riverso a terra. In quel momento, sul posto, arrivano altri due espositori: Roberto Fontanari (casetta dei pini) e Carlo Paterno (casetta Rifugio Crucolo), entrambi pompieri.

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La fortuna vuole che sia Andrea che Dolores, come tutta la famiglia Zotti, siano dei volontari del soccorso per emergenza della Croce Rossa Altipiani, oltre ad avere il certificato per l’utilizzo del defibrillatore. Andrea, dunque, corre in macchina e prende la sua poket mask, che tiene per emergenze nel cruscotto, mentre Dolores cerca di misurare il polso dell’uomo che - incosciente - ha una brutta ferita in testa. «I dieci minuti dopo l’arresto cardiocircolatorio - racconta Andrea - sono i più importanti per fermare la morte celebrale. Bisogna intervenire con le manovre di emergenza entro otto minuti per portare ossigeno al cervello, altrimenti non c’è scampo».

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E quei minuti sono stati proprio quelli che hanno fatto la differenza. Andrea e gli altri espositori iniziano il massaggio cardiaco, 30 compressioni toraciche alternate a due respirazioni bocca a bocca con l’aiuto della mascherina. Nel frattempo, viene allertato il 118, l’ambulanza giunge in pochi minuti. L’uomo viene ricoverato nel reparto di Cardiologia al Santa Chiara. Alle 11 arriva la bella notizia al mercatino: «L’uomo è salvo, si è ripreso». La voce corre tra le casette e la felicità è contagiosa, in una giornata «normalmente tranquilla» dopo l’assedio del lungo ponte dell’Immacolata.

A qualche espositore scappa pure una lacrima a pensare che per pochi minuti una storia a lieto fine non si è trasformata in un terribile dramma. E solo grazie all’intervento tempestivo e alla prontezza degli espositori, il cinquantenne trentino potrà passare un Natale sereno con la famiglia, circondato dall’affetto dei propri cari.













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