Università di Trento, la protesta dei ricercatori contro la Gelmini



TRENTO. Anche nell'Ateneo di Trento alcuni ricercatori si sono resi non disponibili a tenere corsi istituzionali, come forma di protesta contro il ddl Gelmini di riforma dell'Università, la cui discussione alla Camera è stata rinviata di un mese.

ì''Riteniamo inaccettabile - sostiene in un volantino l'Assemblea permanente di Scienze cognitive - che i punti considerati qualificanti del ddl siano l'idea di riformare l'università a costo zero e la perdita d'indipendenza e autonomia della docenza universitaria (contratti precari e brevi, nessuna rappresentanza negli organi di autogoverno). Dopo aver pesantemente decurtato gli stipendi di tutto il personale per i prossimi tre anni, Governo e Parlamento hanno in mente di barattare diritti con denaro, promettendo di restituire parte del maltolto''.

La stessa Assemblea permanente ha convocato per oggi un'assemblea di ateneo per discutere del ddl e dei tagli. Sostiene la necessità ''di sviluppare altre forme di mobilitazione e un ampio dibattito, che coinvolga tutte le componenti universitarie e non solo i ricercatori''. Sul tavolo l'Assemblea mette anche la delega in materia universitaria alla Provincia autonoma. ''Vorremo capire - dicono - se e come il sistema dell'università e della ricerca trentino rimarrà parte del sistema universitario nazionale e quale ruolo, anche di sperimentazione di nuovi modelli universitari, svolgerà.













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