UniTn, 550 nuovi laureati: iscritti in crescita ma preoccupa il calo demografico. Uno sportello sulle violenze di genere
Cerimonia di laurea in piazza Fiera. Il rettore Deflorian e il test d’ingresso a Medicina: «Che il filtro sia all’inizio o dopo un semestre noi avremo sempre 72 posti»
TRENTO. A Trento si è svolta oggi (25 ottobre) la cerimonia di laurea per 550 neolaureandi dell'ateneo, che in quest'anno accademico conta circa 17.000 iscritti.
"Quest'anno siamo leggermente cresciuti, e questo ci fa piacere, perché in una fase in cui il calo demografico si fa sentire la preoccupazione è non calare. Per ora le cose sono soddisfacenti. Vedremo nei prossimi anni", ha commentato all'Ansa il rettore Flavio Deflorian a margine della cerimonia.
Sul fronte alloggi, ha precisato Deflorian, da un lato c'è "l'edilizia che riguarda i servizi agli studenti, che è competenza di Opera Universitaria, e sulla quale abbiamo le carenze che conosciamo. Stiamo lavorando su nuovi studentati e sul privato per offrire maggiore disponibilità di alloggi".
In seconda battuta c'è l'edilizia universitaria, con le aule dove si studia e si fa ricerca. Un patrimonio "che ha bisogno di risorse per essere adeguato e mantenuto anche in maniera straordinaria in alcuni casi. Di questo stiamo parlando con la Provincia".
Per quanto riguarda la decisione di togliere il test d'ingresso alla facoltà di Medicina, Deflorian ha ribadito che si tratta di "procedure che non sono ancora definite perché il disegno di legge dà delega attuativa a tutta una serie di decreti" ma che "appare insostenibile in questo momento il modello su cui ci si basa, cioè un accesso libero per l'inizio dell'attività e una selezione dopo il primo semestre".
"Anzitutto diciamo con chiarezza che questo non cambia i numeri delle persone che frequenteranno il corso di Medicina e Chirurgia. Che il filtro sia all'inizio o dopo un semestre alla fine da noi vanno avanti sempre 72 persone. Non aumenta il numero di laureati in Medicina, cosa che peraltro a mio parere non è nemmeno necessaria, perché in Italia il problema è sulle specializzazioni, non sui laureati. Però preoccupa molto il processo di accesso libero con selezione successiva, e quindi la necessità di fare tutto il primo semestre online".
Il rettore ha poi annunciato: "Vogliamo aprire uno sportello per raccogliere eventuali problematiche inerenti la violenza di genere che riguardano la comunità universitaria, in primis quella studentesca. È un tema che ci sta a cuore".