"Uniti contro la crisi": due pullman di studenti e lavoratori a Roma da Trento

Partiranno dal piazzale ex Zuffo due pullman per partecipare alla mobilitazione generale davanti a Montecitorio. Lo rende noto il centro sociale Bruno



TRENTO. Partiranno queste sera alle 23 dal piazzale ex zuffo di Trento due pullman per raggiungere Roma e partecipare alla mobilitazione generale, promossa da Uniti contro la crisi, domani davanti a Montecitorio, quando sarà votata la fiducia al Governo Berlusconi.

A renderlo noto è il Centro sociale Bruno di Trento, che spiega come si tratti di due pullman autorganizzati, che vedranno assieme lavoratori e studenti, ''per sfiduciare dal basso questo Governo e denunciare il 'furto del futuro' che le nuove generazione stanno vivendo''.

In tanti, secondo quanto viene sottolineato, hanno aderito dalla facoltà di Sociologia occupata. La manifestazione ''prosegue nel solco tracciato dalle giornate di lotta al ddl Gelmini - viene evidenziato - nelle quali gli studenti hanno bloccato il Paese, chiedendo una formazione pubblica e di qualità, per non essere più ricattati, per respingere la precarietà, per non dare in mano al profitto di pochi, a discapito della collettività, la ricerca universitaria''.

La manifestazione viene annunciata come ''un vero e proprio assedio di democrazia per parlare di un'altra sfiducia, una sfiducia che non vuole chiudere i conti solo con Berlusconi, ma anche con il 'berlusconismo', una sfiducia che riguarda il ddl Gelmini e il ricatto di Marchionne, un manager che guadagna quanto 500 operai e che vorrebbe importare in Italia le condizioni di lavoro e gli stipendi della Polonia.

Una sfiducia che riguarda il Collegato lavoro, una serie di norme che riscrivono al ribasso il diritto del lavoro su questioni fondamentali come assunzioni, licenziamenti, arbitrato e molto altro. Una sfiducia - aggiungono - che vuole farla finita con il razzismo di Stato dei test d'italiano e dei respingimenti nelle carceri libiche che violano i piu' basilari diritti umani; una sfiducia che non accetta la privatizzazione dell'acqua, il business del ritorno al nucleare e la devastazione ambientale causata dalle grandi opere, utili solo al profitto di astuti speculatori''.

''Insomma - conclude il Centro Bruno - una giornata di parola collettiva dove gridare, come in Argentina nel 2001, 'que se vayan todos (se ne vadano tutti)' e immaginare e praticare un'alternativa alla crisi che rimetta al centro delle priorità i beni comuni, la formazione, il reddito, il lavoro, il welfare state''.













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