Una scuola d’intaglio per tenere viva l’antica arte del legno
È il sogno cullato dallo scultore di Croviana Loris Angeli Intanto con i suoi alunni realizza dei pannelli per la ciclabile
Creare una scuola per riscoprire la tradizione degli antenati intagliatori. Questo è il sogno nel cassetto di Loris Angeli, artista solandro che a Croviana ha il proprio laboratorio, ma anche un profondo radicamento.
Col legno lo scultore ha un rapporto davvero privilegiato, perché da esso di volta in volta fa uscire vitalità. Un forte legame però ha anche con un territorio che vuol pungolare, pur in piena crisi economica, ad accettare la sfida di un’arte che ben lungi dall’essere compiuta ripropone la sua ricerca di senso e rompe con le finte certezze. C’è ancora spazio per immaginare una dimensione che recuperi la sacralità dando vita ad un percorso che, nella fusione delle varie arti, lasci il segno sugli abitanti prima che sui turisti perché, se fa breccia sul sentire della popolazione locale, avrà sicuramente tutti i crismi per conquistare il turista. E mentre con il sogno dipana la sfida, Loris è impegnato a lasciare tracce visibili sul territorio di un messaggio che è destinato a riproporsi continuamente. Lo fa dedicandosi alla realizzazione, con i suoi alunni della scuola media di Malé, di sessanta pannelli destinati a coprire il muro lungo la ciclabile all’inizio del tratto nuovo aperto la scorsa estate.
Gli anni scorsi l’artista di Croviana fu parte attivissima nella realizzazione del laboratorio artistico artigiano solandro con sede a Pejo fonti e attualmente è impegnato con l’Accademia Anaune, ma non tralascia l’impegno pubblico, è infatti consigliere comunale del paese alle porte della Borgata. Inoltre, come è avvenuto durante la manifestazione estiva Melissa, Angeli non perde l’occasione per confrontarsi con gli altri e avvicinarli al sottile piacere di dar completezza a un’opera già avviata dalla natura; il suo è un lavoro di collaborazione con la natura stessa nell’assecondare la morfologia e l’ intrinseco movimento di quel tronco vivo da cui ha deciso di ricavare la forma desiderata e che esige rispetto. Ma questa è una sfida con la natura viva che Loris predilige al blocco di marmo privo di limiti ma anche senza capacità di dialogare.
Insomma Loris nella “poesia del legno” scorge e rivive emozioni che sono intrinsecamente arte, ossia capacità di scavare fino in fondo dissotterrando la forma della vita. Ciò è accaduto anche con il crocifisso della speranza che Angeli e gli Alpini hanno consegnato a Onna, paese tanto duramente colpito dal terremoto dell’ Aquila. A quella popolazione Loris ha consegnato un corpo che parte sta ancora nella croce ma che nella mano, che sola fa la mossa di uscire, sta facendo riemergere lo spirito, l’anima, la forza che vuol emergere.
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