Una montagna di carte per tre fagiani

L'odissea di Lino Malacarne per sottrarre i volatili ad una fine ingloriosa in padella


Cesare Guardini


RIVA. Qualche settimana fa sono arrivati a casa di Lino Malacarne, in via Ballino, un maschio pettoruto consapevole di esibire una meraviglia di colori e due femmine, modestine, quasi dimesse come chi vale davvero senza esibire lustrini. Volatili destinati alla figlia: dettaglio che ha azzerato subito l'eventualità che finissero in un fantastico arrosto

I fagiani, ammiratissimi e coccolati, sono finiti ospiti del pollaio, 32 metri quadri in fondo al cortile, terra battuta da becchettare ed acqua corrente, più serra coperta per scampare ai rigori della notte. Non basta: siccome una mattutina ispezione ha portato a scoprire sul terriccio molle le impronte inconfondibili d'una faina, il signor Malacarne ha raddoppiato la recinzione: maglie strette e interrate ben a fondo per tener fuori, lontana il più possibile, l'assassina golosissima di fagiani (e fagiane).

La convivenza s'era così avviata sui binari d'una reciproca soddisfazione: pasciuti ed allegri i fagiani quotidianamente riforniti di granaglie selezionate del tipo studiato per gardene, tordi e merli; lieti gli uomini anche della prospettiva di programmare future visite di bambini festanti agli ospiti del pollaio. Poi un giorno un amico, passando sul tomo e visti i pennuti, è arrivato con l'inattesa nuova: non sapeva il signor Malacarne di commettere un illecito, forse non penale, ma certo sanzionabile con multa salata, fino a 900 euro? Per tenere i fagiani, in quanto classificati selvatici, occorre soddisfare le prescrizioni d'una apposita legge.

Detto e fatto: Lino Malacarne ha contattato la forestale che l'ha dirottato in provincia, ufficio faunistico, dove prodotte le richieste tre marche da bollo, ha sottoscritto la domanda di rilascio dell'autorizzazione alla detenzione di fagiani a scopo alimentare (così vuole la norma, non essendo previsti fagiani da compagnia) fino ad un massimo di 15. Perchè 15? Semplice: di questa stagione è naturale che le femmine fornite di maschio depongano fino ad un massimo di sei uova, e poi le covino: quindi sei e sei fa dodici più i tre adulti, e siamo a quindici. Fatto il suo iter il postino ha recapitato a casa Malacarne la determinazione del dirigente: autorizzazione concessa per cinque anni a patto che il titolare provveda a fornire ciascun fagiano (attuale e futuro) di anello inamovibile, riportante la matricola dell'allevatore, l'anno di nascita dell'esemplare e la numerazione progressiva.

Inoltre il titolare dovrà tenere un registro, rispettare le norme sanitarie prescritte, segnalare con apposite tabelle (come da modello conforme) i confini dell'allevamento. La concessione potrà essere revocata nel caso di mancato rispetto delle condizioni igienico sanitarie verificate da un veterinario.

La storia è finita, e non c'è una morale visto che sarebbe troppo semplice, e forse ingeneroso, prendersela con una mania di legiferare che obbliga ad un chilo di scartoffie per tre fagiani. L'importante è che tutti sono soddisfatti e che la prigione dorata, anche per i selvatici, è meglio della padella.













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