«Una legge che tutela la dignità» 

Mina Welby a Trento per il biotestamento: «Pronti ad affrontare gli obiettori»



TRENTO. «Una buona legge buona»: così è stata definita la norma che introduce la «disposizione anticipata di trattamento», il «biotestamento». Ieri alla sala della Filarmonica, se n’è discusso con Mina Welby, co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, candidata di +Europa.

Signora Welby, cosa fa di buono questa legge? Quali sono i suoi limiti?

Una buona legge che tutela la dignità delle persone e la libertà di scelta terapeutica. Un limite? Non entra troppo nei particolari delle procedure, ma offre strumenti innovativi.

Comuni, aziende sanitarie e regioni si rimbalzano la responsabilità per l’attivazione dei registri delle Dat. Non c’è il rischio che di fronte alla burocrazia la legge resti lettera morta?

La titolarità dell’attuazione è in capo alle Regioni, di cui solo 11 hanno attivato ad ora il registro. Tra queste c’è anche il Trentino Alto Adige. Piuttosto che attendere l’attivazione di un unico registro nazionale, sarebbe bene che tutte le regioni si adeguassero.

Capita che i comuni abbiano difficoltà nel recepire le Dat, in mancanza di chiare linee guida. Il rischio è che la legge resti inapplicata soprattutto nei comuni più piccoli?

I piccoli comuni possono seguire l’esempio di Bolzano, dove in mancanza di un registro si è dato mandato ai depositi notarili sostitutivi di accogliere le dichiarazioni: sono strutture presenti in ogni comune.

In Italia, i medici obiettori di orientamento conservatore sono moltissimi, non c’è il rischio che questi si oppongano, finendo per portare in tribunale molte controversie?

Ci provino, noi siamo pronti a rispondere con i nostri avvocati: la legge è chiara, i convincimenti personali del medico non possono prevalere sulle indicazioni del malato.

Cosa si aspetta dalla prossima legislatura? Teme che qualche forza politica tenti di cancellare la legge?

Nella prossima legislatura porteremo in Parlamento la legge di iniziativa popolare in favore dell’eutanasia. Se dalle urne dovessero prevalere forze politiche conservatrici, il rischio non è tanto di una cancellazione della legge, che è molto difficile, ma di un suo svuotamento attraverso l’abolizione di qualche articolo, che ne comprometterebbe l’applicabilità.

L’incontro con Mina Welby era il primo di tre organizzati dagli ordini di avvocati, medici e psicologi su fine vita e biotestamento. I prossimi appuntamenti sono il 2 marzo e il 19 aprile. (f.p.)













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