Un percorso  lungo la storia di San Michele

San michele all’adige. Un piccolo comune con grandi storie, narrate nelle poche righe delle dieci bacheche del “Percorso della Memoria”, inaugurato sabato a San Michele all'Adige. Un pomeriggio di...



San michele all’adige. Un piccolo comune con grandi storie, narrate nelle poche righe delle dieci bacheche del “Percorso della Memoria”, inaugurato sabato a San Michele all'Adige. Un pomeriggio di ricordi, promosso dall’assessore Nicola Chistè, che ha richiamato alcune decine di avventori per una passeggiata tra case e palazzi storici della ex via Imperiale, oggi via Roma, con i ciceroni d’occasione Marco Zeni e Paola Filippi. Partendo dal maestoso capitello di San Sebastiano, a nord di via Roma, si è arrivati all’antica Osteria alla Rosa, al palazzo Mezzena e poi agli affreschi della locanda Aquila Nera. Quindi si è saliti fino alla bacheca del complesso agostiniano, per poi scendere e andare alla tappa di piazza Chistè. Dopo il capitello Zeni e le descrizioni dei vecchi ponti sul fiume Adige e dell’antico porto di Grumo, il percorso della memoria si è chiuso davanti alla chiesa di Santa Anna a Grumo. «Un percorso non così scontato ed esportabile» commenta qualcuno durante la passeggiata. «È bello vedere delle persone interessate a recuperare vecchi reperti» dice qualcun altro durante il ritorno in via Roma, per inaugurare l’affresco sulla parete di casa Brugnara. Un’opera che riprende: Sant’Antonio Abate, San Rocco, San Sebastiano e San Cristoforo, rinvenuta in primavera e restaurata da Roberto Furlini. «L’affresco, eseguito con la tecnica del buon fresco, era in ottimo stato di conservazione - dice il restauratore -. Databile attorno alla metà del quattrocento, qualcuno ipotizzava che potesse essere anche più antico». Prima dell’aperitivo con il circolo culturale “La Formica”, è stato inaugurato il centro di documentazione sull’Adige. Dopo l’intervento di Kurt Werth e Roberto Ranzi, riguardo la tavola in esposizione del corso del fiume Adige, tratta dalla loro ricerca “Il fiume Adige da Merano a Borghetto nella carta di Leopoldo de Claricini (1847)” è intervenuto Lorenzo Ossanna, sottolineando l’importanza della cultura. <<La cultura è importante e va amata, altrimenti non si apprezza - commenta -. Un comune che fa cultura, è sicuramente un comune più avanti dei comuni che non la fanno e su questo bisogna insistere>>. La conclusione alla sindaca Clelia Sandri, che riassumendo la giornata ha dato uno sguardo all’attualità, sottolineando la volontà nel cercare di far riscoprire il patrimonio culturale del comune, valorizzato da ricerche ed investimenti fatti negli ultimi anni. Il percorso della memoria da questo punto di vista può contribuire non solo come richiamo turistico, ma anche come presa di coscienza da parte degli stessi residenti del loro ricco patrimonio. D.B.













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