la novità

Un panificio a due piani in centro

Arriva in città la proposta del “Moderno” di Rovereto. Un mix tra negozio e caffeteria - ristorante


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Gente che si alza all’alba per fare il proprio lavoro. Il fornaio. Concreta, solida, quasi schiva: «Non stia a scrivere termini come “sbarco in grande stile” o roba del genere. A Trento ci veniamo in punta di piedi. Con la nostra proposta». Gente solida i Piffer di Rovereto (anzi di Isera) e che a Trento, nel giro di pochi mesi, arriverà con un punto vendita su due piani, nel cuore della città. Già il Panificio Moderno di Rovereto aprirà bottega dove, sino a qualche giorno fa, c’era il bar Haiti, in piazza Lodron.

Per la verità limitarsi a definire “panificio” la nuova apertira del “Moderno” è perlomeno riduttivo, visto che a Rovereto il brand è noto per una proposta davvero a 360 gradi nel campo del gusto, con 5 negozi ed un’emanazione dell’azienda,“Le Briciole”, che offre caffeteria e cucina: in pratica ristorazione con un cuoco ai fornelli e con zero surgelati.

Insomma una bella ventata di novità in un centro storico che, parlando di proposte gastronomiche sta cambiando pelle praticamente ogni giorno: «Con Trento collaboriamo già da tempo con altri colleghi del settore e del resto la mia famiglia proprio nel 2017 farà 30 anni dall’inizio del lavoro nel mondo della panificazione» spiega Matteo Piffer.

Con tutta probabilità, visto il grande spazio a disposizione in piazza Lodron, il nuovo punto vendita potrà fornire un mix tra l’offerta del negozio tradizionale e quello della caffeteria-ristorante, come già avviene con Le Briciole a Rovereto.

Le brioche vengono sfornate calde, vi si può trovare del cous cous. Tutti prodotti di pregio e a filiera corta che la gestione Piffer si pregia di promuovere e fare conoscere. Matteo è una sorta di ambascitore di un certo tipo di fare lievitazione, dell’uso del celebratissimo lievito madre, divenuto negli ultimi anni una sorta di Sacro Gral della panificazione, con grande attenzione pure alla pizzeria. Matteo a questo proposito gira molto l’Italia, dove la loro proposta si è pure ritagliata attenzione.

Insomma vi è grande curiosità per una proposta nuova in un settore dove la competizione non manca di certo, come il cibo di pregio. Ma davvero il pane a queste latitudini è caro come l’oro? «Come per tutto si deve vedere che tipo di pane si compera e come è fatto. In linea di massima si tratta però di un luogo comune: a parità di qualità vorrei invitare una persona che ne avesse tempo e voglia a farsi un giro nelle province limitrofe e a controllare il prezzo del pane, comparandolo con quello trentino. Si vedrà che la storia del pane caro non è supportata nella realtà» osserva Piffer.

Discorso a parte merita la questione del grande turn over dei bar nel centro storico. Anche essi alla ricerca di un centro di gravità permanente: sospesi tra la necessità di fornire i pasti di mezzogiorno al popolo dei buoni pasto e l’aperitivo modaiolo a chi vuole tirare sera senza svenarsi.













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