Un messaggio di fratellanza nel ricordo di Megalizzi  

La manifestazione. “Trento città della pace”, il lungo corteo di bambini sfila in piazza Duomo Ad applaudire anche i genitori del giovane ucciso a Strasburgo e il sindaco Alessandro Andreatta  


CLAUDIO LIBERA


Trento. C’erano Anna Maria e Domenico Megalizzi, mamma e papà di “Antonio l’Europeo” in una piazza Duomo assolata e spazzata dal vento, ad assistere commossi e applaudire al corteo dei bambini, culminato in canti e danze, svoltosi in occasione della sedicesima edizione di “Trento città della pace”.

Ad abbracciare i genitori del giornalista ucciso da chi s’illudeva d’infrangere un sogno, il sindaco Alessandro Andreatta, la deus ex machina di questo evento, la maestra Stella delle Crispi, con le colleghe del “Tavolo tutti uniti per la pace” nato nel 2001, le volontarie che hanno aiutato a coordinare i circa 1.500 bambini, alunni, studenti, dalle scuole materne alle medie, della città, rappresentanti di sei Istituti Comprensivi ma anche da tutta la provincia, con scuole dell’infanzia e due istituti superiori. Quattro cortei che si sono uniti in un unico abbraccio sotto la cattedrale.

L’edizione di quest’anno s’intitola “Qui è scoppiata la pace”, organizzata dal Tavolo Tuttopace, con il Comune ed il Servizio Istruzione della Provincia, ha visto convergere in piazza Duomo centinaia di bambini, suddivisi per plesso scolastico, tutti contraddistinti dai capellini o dalle bandane, rosse, blu, verde, giallo, arancio, viola. A guidarli gli sbandieratori delle medie di Vigolo Vattaro, con gli acrobati dei trampoli dell’ “Associazione mai più ostacoli”.

Sulle note del gruppo musicale Abies Alba, che ha eseguito la “Paris” di Emilio Leonardi da Gazzadina e la “Bella inglesina”, sempre una “paris” e sempre di Leonardi, che ha poi intervallato la mattinata con brani klezmer e tradizionali, il via alla narrazione: lo scrittore Mauro Neri ha condotto l’evento raccontando una sua fiaba, creata per l’occasione, dal titolo “Pèrtica e la campanella della pace”, ove si racconta di un campanaro e di una città di Trento che avevano smarrito la retta via e la pace finché non è riuscita a far risuonare i rintocchi della campana. «Che non sono il campanone del Duomo o la Maria Dolens di Rovereto ma la campanella in ciascuno di noi».

Anche dal sindaco Andreatta un messaggio di pace e fratellanza lanciato ai presenti, coronato da canti e danze, da girotondi d’allegria e lancio di berrettini. L’appuntamento è quindi per il prossimo anno, con “Trento città della pace” 2020.















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