Un gruppo con il «debole» per i gioielli
Nel mirino dei sinti non solo i negozi ma anche i rappresentanti di monili. La tecnica: gomme bucate e poi fuga veloce
TRENTO. I gioielli pare che siano l’articolo preferito delle persone che sono state arrestate nell’operazione «Sledghammer». Oltre al colpo alla gioielleria del Mercatone Uno, l’indagine di carabinieri e polizia ha individuato in alcuni membri del sodalizio gli autori di una rapina ai danni di due rappresentanti di monili a Giovo a fine novembre del 2012, ma non solo. In quattro sono stati arrestati mentre stavo per rapinare sempre un rappresentante di ori a Forlì, al termine di una fiera dedicata ad anelli e collane a Parma. Un arresto maturato quando già l’indagine nata dopo l’assalto al Mercatone Uno era nelle fasi «calde». Grazie alle intercettazioni e ai controlli sui componenti della banda, gli investigatori avevano infatti capito che sarebbero entrati in azione il 4 marzo. Quattro le persone che avrebbero dovuto lavorare sul colpo, Antonio, Valentino e Jimmi Luca Brajdic e Paolo Hudorovic che avrebbero iniziato a pedinare una coppia di rappresentanti all’uscita dalla fiera e poi entrare in azione in località Bevano di Forlì. Avrebbero fatto in modo che i due si fermassero tagliando una gomma della loro macchina durante una sosta in un’area di servizio. Un’escamotage per aver la certezza che i due si fermassero abbastanza lontano da occhi indiscreti. Solo che sono stati bloccati dai carabinieri.
A quanto pare la tecnica dello squarcio nelle gomme era un modus operandi tipico del gruppo che stava preparando - sostengono le forze dell’ordine - un colpo molto grosso. A quanto pare, infatti, era in corso di organizzazione una rapina - che poi non si è realizzata - a Basilea dove alla fine di marzo si è tenuta «Baselworld» la fiera mondiale dei gioielli.
Tornando al mondo di agire del gruppo, un’altra caratteristica che sarebbe emersa nel corso delle indagini sarebbe quella di bruciare le macchine (rubate) usate nei colpi una volta che diventano inutili. Cosa che nel caso del Mercatone Uno non è stata fatta perché la Croma era stata parcheggiata davanti ad un condominio e quindi un incendio non avrebbe fatto altro che attirare le attenzioni sulla vettura e quindi su di loro.
Un’associazione quasi famigliare visto i cognomi e i vincoli di parentela degli arrestati che sono: Denis Brajdic ( 33enne di Padova ma residente a Trento), Antonio Brajdic (26enne di Milano), Eddy Gashi), Antonio Brajdic (54enne di Padova), Valentino Brajdic (24enne di Milano), Jimmi Luca Brajdic (26enne di Milano) Paolo Hudorovic (40enne veronese), Luciano Sandro Brajdic (21enne di Padova), Claudio Brajdic (30enne di Milano), Fabio Hudorovic (23enne di Segrate) e Dania Lovas (33enne trentina, l’unica che non è in carcere ma ai domiciliari).
©RIPRODUZIONE RISERVATA