«Un candidato Pd per il dopo-Dellai»
Nicoletti: «La coalizione viene prima dei destini personali» Borgonovo Re? «La pluralità è una ricchezza per il partito»
TRENTO. Una difesa forte del contestato accordo di coalizione raggiunto con Patt e Upt sui collegi del Senato e la rivendicazione, per il Pd, del candidato alla presidenza della Provincia alle elezioni del prossimo ottobre. Il segretario del Partito democratico Michele Nicoletti ha messo in chiaro alcuni punti ieri alla conferenza stampa convocata per presentare i candidati trentini alla Camera. È tornato a parlare dell’intesa per il Senato, di quella ripartizione dei collegi - Panizza candidato a Trento, Tonini in Valsugana e Fravezzi a Rovereto - che ha fatto insorgere una larga parte della base dei Democratici. «È comprensibile - ha detto Nicoletti - che ci sia disappunto in chi a Trento ha sostenuto Tonini, ma prima dei destini personali viene la coalizione e sono certo che i nostri elettori condividono. Per questo, nella scelta di lasciare al Patt il collegio del capoluogo, «non c’è stato un atto di debolezza del Pd ma di responsabilità e generosità. Noi non siamo padroni e riconosciamo agli alleati pari dignità. È giusto che ogni elettorato si faccia carico dell’altro, anche Francesco Palermo non va bene a tanta parte dell’elettorato tedesco. Questo è un principio di civiltà giuridica». Il segretario difende la strategia delle alleanze sia sul piano locale che nazionale: «Ricordiamoci che la stagione di Berlusconi è cominciata dalla divisione tra progressisti e moderati. Nel 2006 Prodi vinse per soli 26 mila voti alla Camera, non possiamo correre il rischio di consegnare di nuovo l’Italia al centrodestra». Definisce quello per il Senato «un accordo alla luce del sole che impegna i futuri senatori a sostenere un governo di centrosinistra e conferma l’alleanza anche per le prossime provinciali, un fatto che non era scontato. La stabilità del quadro locale è per noi un valore».
Ed è qui che Nicoletti, sollecitato, getta lo sguardo oltre le politiche per proiettarsi sulle elezioni provinciali di autunno. Sì alla pari dignità per gli alleati, ma - dice - «abbiamo rivendicato la possibilità di fare una proposta ai nostri partner di coalizione. È giusto che sia il partito maggiore ad esprimere il candidato alla presidenza della Provincia, dunque sia il Pd se - come auspico - si confermerà il primo partito». Per Nicoletti due sono le strade: primarie del Pd se ci saranno più candidati o primarie di coalizione. Quanto all’autocandidatura di Donata Borgonovo Re, a lui vicina, «ho sempre cercato di rispettare la libertà dei nostri iscritti - ha detto - la pluralità è una grande ricchezza per il Pd, basta pensare al valore di voci come Renzi e Puppato alle primarie. Rinunciare alle energie mi sembrerebbe una strada perdente».
Un forte appello al voto per il Pd ieri è arrivato forte proprio dai candidati «renziani». Elisa Filippi, scivolata al (rischioso) quarto posto in lista nonostante l’exploit personale alle primarie, lo dice così: «Smaltita la delusione, la scelta più utile per chi ha creduto nel rinnovamento è sostenere il Pd. Certo ci sono cose da migliorare anche dentro il nostro partito, ma il nostro avversario è il populismo della destra». E Piergiorgio Sester avverte: «Guai a considerare la partita già vinta, siamo qui per richiamare tutto l’elettorato delle primarie, per mobilitarlo di nuovo».
Quanto ai temi della campagna elettorale, molto fin qui si sta giocando sul tema dell’autonomia. «Bersani è l’unico candidato premier che si è esposto a tutela delle autonomie speciali, non abbiamo avuto parole di rassicurazione né da Berlusconi né da Monti», sottolinea Nicoletti. Laura Froner ha rincarato la dose: «Nei 13 mesi di governo Monti si è visto il contrario». Filippi ha attaccato il premier anche sull’annunciata riforma del titolo V e sulla scarsa chiarezza a proposito di frequenze televisive e conflitto d’interessi.
La competizione Monti-Bersani alla Camera, che in Trentino si annulla invece al Senato con l’accordo Pd-Upt-Patt, dunque ci sarà. «L’operazione Monti non ha drenato voti al centrodestra», osserva Sester. Certo chi ancora di più dovrà dare conto di questa contraddizione saranno i candidati al Senato. «Abbiamo un obiettivo storico - ricorda Nicoletti - fare meglio dei 5 senatori su 7 conquistati ai tempi dell’alleanza Svp-Ulivo e Svp-Unione». Nessuno si nasconde che la sfida di Giorgio Tonini in Valsugana sarà particolarmente in salita. «Riconquistare quel collegio vorrebbe dire rimettersi in sintonia con il resto del Trentino», osserva Laura Froner. Nicola Zoller, segretario regionale del Psi e undicesimo candidato nella lista del Pd, ha richiamato infine la presenza dei socialisti nel centrosinistra, «senza rivendicazioni di posti, ma a difesa dei più deboli e della laicità dello Stato».
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