Ultima Thule, scattano le indagini

Iacobone dopo gli attacchi fascisti: «Episodi da non sottovalutare»


Alessandro Maranesi


TRENTO. Dopo gli episodi di violenza nazifascista di giovedì ieri è stata la giornata delle indagini. E' ancora mistero infatti su chi si nasconda dietro la cellula Ultima Thule che ha oltraggiato la corona di Giannantonio Manci e rivendicato l'atto con un cartello di matrice fascista all'Anpi. Che è stata nuovamente presa d'assalto, ma questa volta da manifestazioni di solidarietà.

«Il mio cellulare scotta - spiega Sandro Schmid, presidente dell'Anpi provinciale -: moltissime persone mi contattano per dimostrarci vicinanza, dal sindaco Andreatta agli storici membri della Resistenza trentina. Senza contare la sorella di Manci, Giulia o quella di Eugenio Impera, anch'esso ammazzato dai fascisti, Adriana». E poi, assicura il presidente, la sede dell'Anpi ieri è stata visitata anche da tanti privati: «Uomini e donne di spirito democratico che hanno voluto renderci partecipi della loro solidarietà». E anche la sezione trentina dell'Associazione mazziniana italiana, il Pd e l'Arci hanno rivolto ieri la lor preoccupazione nei confronti dell'attacco dell'Ultima Thule.

Assieme alla società civile si stanno muovendo però anche gli inquirenti: «Gli accertamenti sono in corso - ha spiegato il questore di Trento Giorgio Iacobone - e non sottovalutiamo questo genere di episodi, anzi, in casi come questi bisogna essere sempre ben vigili sui rischi che si possono correre». Iacobone nega che si stiano riscontrando particolari movimenti all'interno delle cellule vicine a movimenti nazifascisti e neofascisti sul territorio. Anche chiedendogli informazioni sul gruppo Ultima Thule che ha agito nella notte dell'altro ieri, il questore afferma che dovrebbe essere la prima apparizione del nucleo che gli indizi fanno ricollegare alla Thule Gesellschaft bavarese e tirolese.

Sta di fatto che Iacobone non sottovaluta la situazione: «Lavoriamo per dare una lettura puntuale del fatto» e assicura che è in atto il massimo impegno per individuare chi ha compiuto gli attacchi all'antifascismo trentino.  Schmid intanto, nonostante l'atto di intimidazione subita dalla sua associazione(«Sezione vigliacchi Trento» recitava il cartello apposto sul cancello della loro sede), è guardingo: «I trentini non sono mai stati dei grandi estimatori dei fascismi, ma stiamo attenti: la crisi e alcuni gruppi dell'Est Europa non fanno essere ottimisti».

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