Ucciso da un mix di farmaci e gas
Eseguita, dopo mesi, l’autopsia sul 28enne trovato morto in una cella di Spini
TRENTO. Ucciso da un mix di medicinali (era in cura con il metadone) e di gas che avrebbe aspirato volontariamente dal fornello che aveva in cella. È questo l’esito dell’autopsia che è stata eseguita, mesi dopo la morte, di un ragazzo di 28 anni trovato morto (era il novembre dello scorso anno) nella sua cella. Una morte per arresto cardio circolatorio, questa la diagnosi ma la madre voleva sapere esattamente quali fossero state le cause del decesso.
Aveva chiesto alla procura che venisse eseguita l’autopsia, ma la domanda era stata respinta. E così assieme al suo avvocato ha scelto una strada alternativa ed è ricorsa al giudice civile chiedendo un accertamento tecnico preventivo. Che le è stato accordato. Ad un perito di Verona è stato quindi affidato il compito di esaminare il corpo del ragazzo (che nel frattempo era rimasto in obitorio) e quindi è arrivato il responso. Il 28enne sarebbe morto a causa di un micidiale mix fra i farmaci che assumeva, e butano e propano. Ossia gas che avrebbe aspirato dal fornellino. Una pratica che non sarebbe così inconsueta fra le celle dei carceri. Ora con questo responso il mano la madre - che si è affidata per la parte civile all’avvocato Barbacetti - si ripresenterà in procura chiedendo che venga valutata una possibile colpa in vigilando.
La madre del ragazzo nel novembre scorso aveva affidato alla stampa un accorato appello in cui chiedeva una sola cosa: sapere come fosse morto il figlio. Voleva solo la verità per quel ragazzo che una ventina di giorni dopo il decesso avrebbe lasciato Spini.