Truffe e rapine: sgominata una banda di sinti

Arresti in tutto il Nord Italia: a Bolzano sarebbero stati truffati almeno quattro facoltosi imprenditori. Sequestrate numerose Supercar. I nomadi si presentavano come magnati russi o degli Emirati Arabi



TRENTO. La Polizia di Stato di Brescia sta eseguendo una decina di arresti e perquisizioni nelle provincie di Brescia, Mantova, Bolzano e Venezia a carico di una banda di zingari «sinti», di cittadinanza italiana, dediti a truffe, furti e rapine.

I componenti della banda hanno preso di mira una quarantina di imprenditori, che venivano talvolta picchiati e minacciati di morte affinchè non denunciassero l’accaduto.

Gli stessi imprenditori, del resto, spesso non presentavano denuncia anche perché le ingenti somme di denaro truffate erano soldi in nero. L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Brescia assieme a quella di Trento, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine «Lombardia» e di un’unità di elicotteristi, ha portato al sequestro di lussuose ville, denaro contante, quadri ed altri oggetti di valore ed autovetture di lusso, come Ferrari, Bentley, Jaguar.

Nessuno degli zingari proprietari di tali beni è risultato svolgere attività lavorativa o aver mai presentato dichiarazione di redditi, e le ricchezze, quantificate in almeno 8 milioni di euro, vengono considerate dagli inquirenti provento di arricchimento illecito. .

Le indagini erano iniziate separatamente in Trentino Alto Adige e nel bresciano fino dal 2009. Ci sono infatti quattro facoltosi imprenditori di Bolzano ad avere denunciato di avere subito delle truffe, ciascuno per cifre dai 200.000 ai 400.000 euro.

A occuparsene è stata la prima sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile della Questura di Trento, guidata dal vicequestore Roberto Giacomelli.

«I nomadi - ha spiegato - si erano presentati loro come magnati russi o degli Emirati Arabi, provenienti da Dubai e gli imprenditori, nessuno alle prime armi e tutti oltre i 50 anni, si erano fidati». Il fatto è che i sinti in questione si presentavano bene, con le auto di lusso ora sequestrate e inviti nelle loro ville sul Garda bresciano. Quelle stesse ville ora sequestrate tra gli applausi della gente del posto, a dire: «Qui ci hanno truffati tutti».

Cercavano le loro vittime con annunci sui giornali e così avevano trovato anche i quattro imprenditori di Bolzano, che vendevano alberghi. Oltre a contrattare questi affari, i nomadi proponevano anche cambi di valuta, ad esempio tra franchi svizzeri ed euro, con guadagni dal 15 al 20%. Ma lasciavano immancabilmente in mano al malcapitato una valigia piena di cartaccia. L’operazione, denominata ’Derrick’ dal soprannome di uno degli arrestati, ha visto finire in manette sette persone e indagate a piede libero altre venti, secondo quanto riferisce il capo della Mobile di Trento. Le indagini, a quanto spiegato, hanno portato infatti a individuare una vera e propria banda, accusata di associazione per delinquere finalizzata a commettere truffe, furti aggravati e rapine. Nel corso delle perquisizioni un arresto è stato effettuato perchè una persona è stata trovata in possesso di una pistola con matricola abrasa, una Beretta 7,65.













Scuola & Ricerca

In primo piano