Truffava i parroci e le vecchiettePerginese arrestato in Primiero
Walter Oss Anderlot, 37 anni, senza fissa dimora ma di origini perginesi, è accusato di essere l'uomo che a più riprese si era presentato nelle parrocchie del Primiero e con racconti strappalacrime era riuscito a farsi consegnare del denaro
PRIMIERO. Sono scattate le manette, ai polsi del (presunto) truffatore di parroci e di vecchiette. Onore al merito del paziente lavoro svolto dai carabinieri di Imer e Canal San Bovo, che hanno portato appunto all’arresto di Walter Oss Anderlot, 37 anni, senza fissa dimora ma di origini perginesi.
La custodia cautelare è stata eseguita nei giorni scorsi a Lonato (Brescia), su ordine di custodia della Procura di Trento.
Le indagini dei carabinieri delle due caserme di Canal San Bovo e di Imer, comandate rispettivamente dai marescialli Biagio Ficco e Roberto Di Franco, sono partite nel febbraio scorso, quando prima il parroco di Imer, poi quelli di Canal San Bovo e San Martino di Castrozza ed infine di Primiero - una vera «epidemia» - erano stati contattati da un giovane, “una faccia d’angelo” come lo aveva definito il parroco di Imer, che con racconti strappalacrime era abilmente riuscito a farsi consegnare delle somme di denaro dai quattro parroci. Con la sorpresa finale, però, di essere fermato dai carabinieri proprio a conclusione della quarta truffa, quella al parroco di Primiero. Era successo infatti che il parroco di Imer, dopo che il truffatore si era presentato in canonica, preso dal dubbio ne aveva parlato con i carabinieri di Imer, i quali cominciarono a muoversi e scoprirono che anche il parroco di Canal San Bovo aveva avuto in giornata lo stesso incontro, seguito da quello di San Martino. A questo punto i carabinieri avvertivano il parroco di Primiero, che - contattato dal truffatore - gli aveva dato appuntamento per il giorno dopo nella canonica di Transacqua, dove si appostarono i carabinieri; vistosi scoperto, l’uomo tentò una fuga per le strade del paese, ma venne raggiunto, fermato e denunciato, ma a piede libero.
I carabinieri di Canal San Bovo ed Imer non si sono fermati. Con una certosina e caparbia ricerca sono riusciti a ricostruire tutte le malefatte attribuite al trentasettenne, che pare avesse come «professione» - appresa sul campo - proprio quella di truffare parroci e anziani. In pochi mesi sarebbe riuscito a mettere a segno una ventina di truffe nel Trentino, passando poi nelle province di Vicenza, Verona, Brescia, Belluno e Bolzano, per un totale di circa una quarantina di truffe. A questo punto i carabinieri hanno presentato il frutto delle loro ricostruzioni alla Procura di Trento, che ha emesso il mandato di cattura.
E’ giusto aggiungere che i carabinieri locali non sono nuovi nel portare avanti indagini complesse, ramificate anche oltre i confini della valle; qualche tempo fa, dopo appostamenti ed indagini delicate, hanno sgominato un gruppo di spacciatori che avevano preso piede nel Primiero; in precedenza, partendo da un “mezzo numero di targa” di un autotreno riferito da un cittadino, sono stati arrestati i componenti di una banda dedita al furto di macchine operatrici di terra che venivano poi vendute all’estero.
Sono solo due esempi della tenacia con cui i carabinieri nostrani sono riusciti a portare a termine dei risultati che fanno loro onore. Fatti che non sempre giungono a conoscenza di tutti, anche perché, come molti sanno, il motto dell’Arma è “obbedir tacendo”. (r.b.)
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